Osservazioni sulle tabelle - aggiornamento

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Alcune osservazioni sulle tabelle

Dalle risultanze del Censimento al 31 dicembre 2015 emerge che le Amministrazioni centrali, in adempimento delle prescrizioni del D.P.C.M. 25 settembre 2014, hanno significativamente ridotto le autovetture di servizio.

La quasi totalità delle amministrazioni centrali ha un parco auto in uso esclusivo o non esclusivo, con autista, pari o inferiore a 5 autovetture. Nei casi in cui il numero delle auto disponibili risulta ancora superiore a quello previsto dalla normativa, deve considerarsi l’esistenza di contratti di noleggio e leasing, che proseguono fino alla loro naturale scadenza. E’ il caso del Ministero dell’economia e delle finanze che, nel corso del 2015, ha continuato ad utilizzare 12 autovetture in forza di un contratto di noleggio in essere.

Deve, altresì, evidenziarsi il dato fornito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che ha dichiarato un totale complessivo di autovetture a disposizione di uffici/servizi senza autista ben superiore alla media degli altri ministeri. Il MIT, infatti, in attuazione del decreto legislativo luogotenenziale del 7 novembre 1944, n. 436, tuttora in vigore, gestisce il Servizio Automobilistico delle Amministrazioni Centrali - fatta eccezione per i Ministeri dell’Interno, della Difesa e per la Presidenza del Consiglio dei Ministri - assegnando in uso esclusivo alle Alte Cariche dello Stato, individuate espressamente con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, le autovetture necessarie allo svolgimento dei compiti istituzionali.

Sono escluse dalle riduzioni e dalla rilevazione le autovetture destinate agli spostamenti di persone sottoposte a misure di protezione e quelle impiegate per i compiti operativi dei Corpi di Polizia, compresa la Polizia penitenziaria.

 

Raffronto 2014-2015

E’ possibile fare un raffronto tra i dati della rilevazione delle autovetture di servizio operata nel 2014 e quella del 2015.

Deve premettersi che i criteri di rilevazione utilizzati tra le due annualità sono solo parzialmente coincidenti, in quanto basati su disposizioni normative diverse. La rilevazione 2014 era, infatti, fondata sul D.P.C.M. 3 agosto 2011, meno stringente dell’attuale decreto 25 settembre 2014, che lo ha abrogato. Inoltre, qualche differenza ancora sussiste in relazione alla percentuale di rispondenti, che nel 2014 era pari a circa il 95% per le amministrazioni centrali dello Stato, le ASL, le Regioni, le Province e i Comuni capoluogo, e intorno al 60% per Comuni minori, le Camere di commercio e le Università.

Pur considerando, quindi, che in alcuni settori la percentuale di risposta al Censimento 2015 non è ancora completa (la percentuale più bassa la presentano i comuni non capoluogo, al 33%, molti dei quali, però, secondo i dati del 2014, non possiedono autovetture o ne hanno una sola), per tutti si registra una forte diminuzione del numero delle autovetture utilizzate dalle amministrazioni: complessivamente, secondo i dati al momento a disposizione, il parco auto delle pubbliche amministrazioni al 31 dicembre 2015 risulta ridotto a circa un terzo di quello del 2014, con meno di 22.000 autovetture a fronte delle 66.600 dell’anno precedente.

Dalla tabella di raffronto possono essere, in particolare, evidenziati i casi delle amministrazioni centrali dello Stato, che dalle complessive 527 risultanti nel 2014 (il dato è depurato delle autovetture del Ministero della difesa e del Ministero della giustizia adibite ai servizi operativi della difesa e della sicurezza militare e ai servizi di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica), passano a 274 autovetture al 31 dicembre 2015, con un dimezzamento delle autovetture a disposizione; delle Province e Città metropolitane, che nel 2014 denunciavano oltre 4000 autovetture, e che scendono a circa 1.200 nel Censimento 2015; della sanità regionale e dei comuni non capoluogo, che riducono complessivamente di oltre la metà il loro parco auto.