Il Sole 24 Ore - Gianni Trovati

«Nella Pa eredità pesante, ma già 100mila assunzioni in sei mesi»

27 luglio 2023

II blocco del turn over per la spending review ha determinato una contrazione di 300mila dipendenti pubblici e un innalzamento dell'età media da 43 a 50 anni. Nel rapporto residenti/dipendenti siamo in ritardo sul resto d'Europa, ma nella logica di far accadere le cose stiamo già rispondendo». Il ministro per la Pa Paolo Zangrillo commenta così il deficit strutturale raccontato ieri su questo giornale per la sanità, riassunto efficace di carenze che si incontrano in tutta l'amministrazione.

Come state rispondendo?

I piani di reclutamento dal 2023 al 2027 prevedono una media di 160mila ingressi l'anno. La vera sfida è quella di rendere attrattiva la nostra organizzazione, abbandonando la narrazione del posto fisso e garantendo formazione, opportunità di crescita professionale e merito a tutti coloro che guardano alla Pa come opportunità di impiego.

Sul contratto dei medici, però, l'intesa manca ancora.

Questo governo sta producendo uno sforzo straordinario per concludere la tornata contrattuale 2019-2021. Cerchiamo di recuperare il ritardo accumulato negli scorsi anni, consapevoli della complessità del contesto in cui viviamo. Tra la fine del 2022 e i primi mesi di quest'anno abbiamo firmato i contratti relativi a enti locali, sanità e scuola, per oltre 2 milioni di dipendenti. Stiamo lavorando anche per il contratto dei dirigenti medici, su cui per chiudere in fretta serve la responsabilità di tutti, e la prossima settimana avvieremo le trattative per i dirigenti delle funzioni locali.

Cruciale sarà però la manovra. Che prospettive ci sono?

Il salario è fondamentale per contribuire a un modello di gestione delle persone che sviluppi motivazione e senso di appartenenza: questo desidero per i 3,2 milioni di dipendenti pubblici. L'ultima legge di bilancio, chiamata a sostenere famiglie e imprese in una fase drammatica della congiuntura, non ha lasciato spazio a risorse per i rinnovi 2022-2024. Diventa perciò una mia priorità lavorare affinché la prossima contenga i fondi per avviare il percorso.

Pensate di replicare l'una tantum dell'1,5%?

L'una tantum ha voluto essere un segnale di attenzione, un impegno nei confronti delle nostre persone. Sto lavorando con il ministro Giorgetti per trovare in manovra una soluzione che garantisca equilibrio tra la salvaguardia dei conti e la necessità di rinnovare i contratti. Sono fiducioso.

Pnrr: quali sono i prossimi impegni?

Abbiamo riprogettato i concorsi riducendone in modo significativo i tempi e dotandoli di una strumentazione digitale, il portale inPa. Questo ci consentirà di rispettare lo sfidante obiettivo di 170mila ingressi nel 2023. Anche su questo sono fiducioso, avendo realizzato alla fine del mese di giugno più di 100mila ingressi. C'è poi l'investimento strategico sulla formazione, con l'impegno a triplicare già da quest'anno le giornate. In un'epoca in cui tutto cambia a una velocità straordinaria, il reskilling e upskilling dei nostri dipendenti è una necessità inderogabile.

Sulla riforma dei controlli sulle imprese. Che tempi prevede?

Lo schema di decreto legislativo approvato in Consiglio dei ministri è un primo passo nel rinnovato rapporto tra Pa e imprese. Vogliamo passare da una logica ispettiva-punitiva a un approccio collaborativo in cui imprese ed enti controllanti dialogano in maniera preventiva per superare gli ostacoli burocratici che spesso rappresentano solo duplicazione e oneri a carico delle aziende. Per questo stiamo costruendo i decreti attuativi non con un approccio autoreferenziale, ma coltivando un costante dialogo con i rappresentanti delle associazioni di categoria. È un percorso complesso, che richiede tempo, ma possiamo contare su un respiro di legislatura.