Il Sole 24 Ore - Gianni Trovati

Decreto PNRR ter, «Poteri sostitutivi e taglia tempi tutelano imprese e cittadini»

17 febbraio 2023

Il capitolo dedicato alle semplificazioni amministrative è il cuore del decreto Pnrr ter, primo del governo Meloni, esaminato ieri dal consiglio dei ministri. Dalle nuove accelerazioni su investimenti, conferenze dei servizi e valutazioni ambientali fino alle deroghe sugli interventi nell'edilizia scolastica, la parola d'ordine è «accelerare»; anche nel rapporto con regioni ed enti locali. Che non trovano però le regole sull'ampliamento delle assunzioni, tema destinato a entrare in un prossimo provvedimento. Appena uscito da Palazzo Chigi, il ministro per la Pa Paolo Zangrillo fa un bilancio con Il Sole 24 Ore.

Le varie regole taglia-tempo inserite nel decreto sono il segno che qualcosa non funziona con Regioni ed enti locali?

Snellire, velocizzare e tagliare l'eccesso di burocrazia è l'obiettivo su cui lavoriamo. Per centrare questo risultato dobbiamo anche eliminare tutti gli elementi ridondanti e quei passaggi che frenano l'attività amministrativa e quindi lo sviluppo del Paese. Questo vuol dire coinvolgere i livelli di governance utili ai procedimenti, ma significa realizzarli più velocemente ed efficacemente. I poteri sostitutivi nascono con una ratio precisa che intendiamo mantenere e in un certo senso potenziare: i cittadini e le imprese devono essere tutelati nel raggiungimento dei propri obiettivi in rapporto con la Pa, e i poteri sostituivi sono la garanzia di questo risultato in tutte le condizioni, anche in caso di inerzia. Il Pnrr è un treno ad alta velocità con tappe che dobbiamo rispettare e una destinazione precisa, la crescita e lo sviluppo. Un progetto di straordinaria importanza, che richiede capacità altrettanto eccezionali.

Per il treno ad alta velocità, però, serve più personale, ma nel decreto nuove assunzioni e stabilizzazioni sono riservate alla Pa centrale, mentre per gli enti locali si ampliano solo gli incarichi dirigenziali a tempo.

Torneremo sul tema nelle prossime settimane con un nuovo provvedimento sul potenziamento della capacità amministrativa di tutti gli enti con responsabilità nell'attuazione del Pnrr. Ma non va dimenticato che ai mille esperti per accompagnare le amministrazioni territoriali nelle semplificazioni indicate dal Pnrr si aggiunge il sostegno economico ai piccoli Comuni relativo al trattamento economico del segretario comunale, figura centrale per il completamento degli interventi previsti dal Piano. In ogni caso è chiaro che il 70% degli investimenti è relativo a progetti che devono essere realizzati dagli enti territoriali, non sempre dotati di risorse adeguate a gestirli. È evidente, quindi, che dobbiamo prestare attenzione a queste realtà, fornendo loro tutte le competenze necessarie a trasformare le idee in realtà e far accadere le cose.

Investimenti e problemi di attuazione si concentrano in particolare a Sud. Non c'è il rischio di allargare la doppia velocità che caratterizza il Paese?

Assolutamente no. Il piano è nazionale, le norme sono rivolte a tutti gli enti territoriali, quelli delle regioni settentrionali e quelli delle regioni meridionali. Il governo ha una visione d'insieme, che tiene conto delle specificità di ciascuna area geografica. Nessuna zona resterà indietro e lo conferma il percorso di ascolto, «Facciamo semplice l'Italia. Parola ai territori» per raccogliere le istanze di tutta Italia e orientare l'azione di governo.

Tornando alle semplificazioni, quali ritiene più strategiche?

Vogliamo anticipare a quest'anno il termine previsto per il 2024 dallo stesso Piano, quello di semplificare 200 delle 600 procedure previste al 2026, per rendere più facile la vita di cittadini e imprese, spesso complicata dall'eccessiva burocrazia, dalla difficoltà a reperire informazioni, presentare istanze, avere risposte. Lo facciamo in collaborazione con i ministeri competenti per materia, con i quali si sta svolgendo un eccellente lavoro di squadra, le associazioni di categoria, gli stakeholder e gli enti territoriali, intervenendo in settori strategici per il Paese. Penso, ad esempio, alla velocizzazione degli interventi infrastrutturali o edilizi previsti dal Piano, con la conferenza dei servizi svolta dalla stazione appaltante in forma semplificata, o al dimezzamento, da 60 a 30 giorni, dei tempi per le determinazioni da rendere in conferenza di servizi, e in casi eccezionali anche con l'esclusione delle procedure di Via, Vas e Aia. Acceleriamo sui termini per la verifica dell'interesse culturale di un immobile, che passano da 120 a 90 giorni, mentre per installare tecnologie 4G la procedura diventa completamente digitale e più semplice. Ma il lavoro non finisce qui.

In che senso?

Un ulteriore pacchetto di misure di semplificazione amministrativa a sostegno delle imprese, così come prevista dalla legge sulla concorrenza, riguarderà principalmente il comparto delle attività produttive e sarà oggetto di un ulteriore e specifico provvedimento normativo nelle prossime settimane. Inoltre, stiamo lavorando a un disegno di legge delega per disporre di uno strumento normativo idoneo a coprire ulteriori settori di intervento. Sarà un momento di dialogo con il Parlamento per rendere il nostro Paese un posto più semplice per vivere e per fare impresa.