La Stampa - Fabio Albanese

La lezione del ministro Zangrillo agli studenti e ai prof dell’Upo

24 gennaio 2023

Nell'agenda del Pnrr c'è una voce che per lo Stato rappresenta un passaggio decisivo: la pubblica amministrazione. Degli 1,8 miliardi di euro che l'Unione europea ha stanziato per questo settore, 1,2 sono destinati all'Italia che ha dunque di fronte non solo la sfida di svecchiare e rendere più efficiente la propria pubblica amministrazione, dal livello statale a quello degli enti locali, ma di farlo presto perché come si sa i fondi Pnrr vanno utilizzati entro il 2026.
Per questo, la lezione che ieri il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, genovese di nascita e piemontese d'adozione, ha tenuto agli studenti del corso di Diritto costituzionale del neonato corso di laurea in giurisprudenza dell'Upo, aveva l'aria di essere anche un invito ai giovani ad occuparsene. «Uno studio della Cattolica ha esordito dice che sono pochi i laureati e i laureandi che aspirano a un impiego nella pubblica amministrazione».
Eppure proprio il Pnrr, e il lavoro degli stessi predecessori dell'attuale ministro come lui stesso ha riconosciuto, stanno profondamente trasformando questo settore vitale del funzionamento dello Stato: «C'è stato un progressivo cambio di rotta già dagli anni '70 ha spiegato che significa cultura del risultato inteso come servizio al cittadino e alle imprese». E dunque ecco le linee guida del suo dicastero: competenze, modalità di accesso, semplificazione. «Ho trovato il progetto del mio predecessore molto ben concepito e strutturato. Io ora voglio attuarlo».
Ad ascoltarlo, nell'aula magna dell'Upo al campus Perrone di Novara, venti studenti con il direttore del corso Massimo Cavino, docenti e dipendenti dell'ateneo, il rettore Giancarlo Avanzi, ma anche molti esponenti del partito del ministro, Forza Italia, a partire dal coordinatore cittadino Diego Sozzani, e le autorità: dal prefetto al questore al sindaco. Proprio Alessandro Canelli nel suo saluto ha ricordato come negli ultimi anni i comuni abbiano perso il 25% dei propri dipendenti: «A Novara l'età media è ormai di 54-55 anni», ha aggiunto. Zangrillo lo sa e sa che il problema riguarda tutto il settore nel quale lavorano, a ogni livello, 3 milioni e 250 mila persone: «Ho scoperto che non esiste un'anagrafe digitale che censisca le loro competenze».
Un tema, quello delle competenze, che rafforza con un inequivocabile: «Non voglio rinunciare al concetto del merito nella pubblica amministrazione. Più che il furbetto del cartellino mi spaventa l'assenteismo intellettuale di chi in ufficio guarda l'orologio per tornare a casa».
Poi spazio alle domande di tre studenti su semplificazione delle procedure, formazione del personale a livello locale, aiuto alle amministrazioni per realizzare il Pnrr. Zangrillo sottolinea come dei 1.100 comuni piemontesi, 900 siano sotto i tremila abitanti: «Decine di comuni devono condividere tra loro il segretario comunale, qui come altrove, e questo non può più andar bene».