Bresciaoggi - Luca Goffi

«Lo Stato ora valorizzi il suo capitale umano»

20 giugno 2023

«Sono il principale datore di lavoro in Italia: da me dipendono 3,2 milioni di persone» dice il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo poco prima di salire sul palco nella sede di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale in città.

In che modo la sua professione di imprenditore e manager caratterizza il suo impegno al ministero che deve organizzare il lavoro della pubblica amministrazione?
La pubblica amministrazione ha bisogno di intraprendere un cammino di modernizzazione in modo armonico con il contesto che la circonda, è essenziale per il funzionamento del Paese quindi è l'interfaccia fondamentale per le imprese. Certamente noi vogliamo rispondere alle istanze e alle aspettative degli imprenditori.

Quali sono le coordinate che si è dato per affrontare il processo di modernizzazione della pubblica amministrazione?
Noi stiamo facendo un lavoro molto importante per il capitale umano. Negli ultimi 10 anni abbiamo perso sia in quantità sia in qualità. Dobbiamo ripensare i nostri processi e il loro funzionamento. Su questo stiamo lavorando con grande intensità.

Quindi sono pochi i dipendenti pubblici?
Voglio sfatare un mito: la pubblica amministrazione non ha una struttura elefantiaca di dipendenti pubblici. Se si confrontano i dipendenti pubblici pro capite, l'Italia è in coda ai Paesi europei. Abbiamo perso 326 mila persone in 10 anni.

Tra le esigenze qualitative e quantitative anche un maggior protagonismo per i giovani?
C'è la necessità di ringiovanire la struttura: siamo passati da un'età media di 40 anni nel 2010 ai 50 anni di oggi. Dobbiamo dare spazio ai giovani. Abbiamo avviato un piano di assunzioni di grande importanza: abbiamo assunto 156 mila persone in sostituzione e per il turnover nel 2022, nel 2023 tra turnover e nuovi ingressi accoglieremo 170 mila persone. Un impegno straordinario, una sfida importante e per questo lavoriamo sul processo di reclutamento, vogliamo dotarci di procedure concorsuali chiare e tempi ragionevoli.

Il mondo vorticoso di oggi rende gli attuali tempi concorsuali anacronistici?
Prima della pandemia le procedure concorsuali duravano 789 giorni, durante la pandemia sono scese a 168 e ora si sta tornando indietro. Ma un giovane può attendere due anni per sapere se verrà assunto? Certo che no. Vogliamo disciplinare le procedure affinché i concorsi non durino più di 6 mesi. I ragazzi di valore non ricercano il posto fisso ma una crescita e la possibilità che venga riconosciuto il proprio merito.

Spesso viene posto all'attenzione il fenomeno dei «furbetti del cartellino»: come intende contrastare questi comportamenti negativi?
I furbetti del cartellino ci saranno sempre, sia nel pubblico sia nel privato ma per fortuna sono un'esigua minoranza. Noi vogliamo creare l'orgoglio di appartenenza ossia la spinta che consenta ad ogni dipendente di esprimere il proprio valore. Vogliamo restituire la dignità al merito e spronare tutti i dipendenti a dimostrare il proprio talento.

La trasformazione digitale della pubblica amministrazione è ormai prioritaria?
La parte più semplice della trasformazione digitale è dotarsi di piattaforme informatiche, la sfida complessa è accompagnare il capitale umano della PA in questo processo di modernizzazione. L'età media dei dipendenti può giocare un ruolo importante.

Spesso gli imprenditori lamentano troppi controlli: in che modo pensa di rimuovere questo laccio?
Vogliamo passare dalla logica del "sospetto preventivo" a quella del "controllo successivo". Lavoriamo su un fascicolo elettronico, tra le varie specificità di questo strumento, la possibilità per imprese in regola di evitare in un periodo inferiore ai 6 mesi di sottoporsi allo stesso controllo.

Oggi è un giorno importante per il vertice di Giorgia Meloni a Parigi. Sul tavolo tante questioni tra cui l'Expo a Roma nel 2030...
Expo 2030 è una grande opportunità: l'Italia ha tutti i requisiti per ambire a questo importante appuntamento. La nostra presidente Meloni è molto convinta di ciò, ci crede e speriamo che si possano creare le condizioni per raggiungere il risultato.