Il Messaggero - Andrea Bassi e Luca Cifoni

«Risorse cospicue, vanno premiati i più bravi. Che sono tanti»

18 ottobre 2023

Ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici ci sono a disposizione 7,3 miliardi se si comprendono i soldi per la Sanità. Più di quello che ci si attendeva e più, si dice, di quanto avesse chiesto lei stesso al ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti?
«Mi lasci dire che sono soddisfatto e riconoscente verso il governo per l'attenzione dimostrata nei confronti delle persone della Pubblica amministrazione: 7.3 miliardi sono un investimento importante per una organizzazione essenziale al funzionamento della macchina statale. Venendo ai numeri, in realtà con Giorgetti non abbiamo parlato di cifre-obiettivo».

E di cosa allora?
«Gli ho rappresentato la situazione dei dipendenti pubblici in attesa da troppo tempo dei rinnovi contrattuali e per questo ho chiesto un intervento significativo. Ma devo riconoscere che il ministro dell'Economia aveva ben presente la situazione».

Il nuovo rinnovo arriverà con l'ultimo contratto, quello del 2019-2021, in diversi casi appena chiuso e con qualche coda, come i dirigenti degli enti locali, ancora in itinere?
«Quello di dare continuità ai contratti i pubblici è stata una delle necessità fondamentali che ho rappresentato. Insieme ad altre due considerazioni».

Quali?
«La prima è che siamo già alla fine del 2023. e quindi al secondo anno della tornata di rinnovi che deve coprire il periodo che va dal 2022 al 2024. La seconda è il fatto che ho dedicato buona parte del mio mandato fino ad oggi, a rincorrere i contratti della precedente tornata. A ottobre dello scorso anno c'erano ancora 2,4 milioni di dipendenti senza rinnovo. Per questo non ho richiesto cifre precise, ma solo che ci fosse un incremento che fosse superiore a quello della tornata precedente».

In quel caso gli aumenti degli stipendi sono stati del 3,8 per cento circa. Questa volta?
«Lo stanziamento che abbiamo approvato in legge di Bilancio prevede uno scenario significativamente diverso».

Diverso in che senso?
«Noi abbiamo stanziato 5 miliardi per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego con riferimento alla parte Stato. Più altri 3 miliardi sul fondo sanitario, specificando che di questa somma una parte significativa, 2,3 miliardi, saranno destinati ai rinnovi contrattuali di medici e infermieri. Questo significa che abbiamo per i contratti circa 7,3 miliardi a cui andranno sommate le risorse che dovranno essere stanziate dagli Enti territoriali per i rinnovi che ricadono sui loro bilanci».

Queste cifre che aumento di stipendio comportano per i dipendenti pubblici?
«I conteggi esatti sono ancora in corso, ma siamo su un valore che si avvicina al 6 per cento».

Per la Sanità sarà più alto?
«Probabilmente sì, viste le risorse maggiori appositamente stanziate».

Domani incontrerà i sindacati, che reazione si attende?
«Vedrò i sindacati domani, ma la convocazione l'ho fatta partire dieci giorni fa, perché sapevo che avrei avuto degli elementi di certezza per poter dialogare con i rappresentanti dei lavoratori e anche per evitare la solita storiella del governo che fa tavoli finti. I tavoli che facciamo sono veri e parliamo di cose serie. Questo incontro mi consentirà di dare innanzitutto i macro numeri decisi con la manovra sul rinnovo del contratto, ma non sarà l'unico argomento».

Di cosa altro si parlerà?
«Con il sindacato voglio parlare di quello che intendo fare, e mi auguro con il loro aiuto, per la modernizzazione della Pubblica amministrazione che non è fatta solo di rinnovi contrattuali, che considero un passaggio essenziale e credo di averlo dimostrato, ma anche di tutto il resto: di procedure concorsuali, di inserimento nella Pubblica amministrazione, di ringiovanimento, di formazione e di merito. Su quest'ultimo vorrei un approccio più efficace».

Più efficace?
«Le risorse che abbiamo stanziato devono essere distribuite tenendo conto del fatto che se vogliamo far crescere il valore della Pubblica amministrazione dobbiamo anche essere capaci di premiare le persone meritevoli. Che sono tante nella nostra organizzazione».

Un contratto non solo con aumenti "tabellari", uguali per tutti, pare di capire?
«Assolutamente. Non sono interessato a un contratto solo tabellare perché lo stato di salute di un'organizzazione non dipende solo dalle retribuzioni. Siamo in un'epoca complessa, di profondi cambiamenti, e la Pubblica amministrazione deve essere capace di coglierli e di adattarsi».

L'atto di indirizzo per avviare le trattative arriverà in tempi brevi?
«Ci stiamo già lavorando. L'obiettivo è partire a gennaio».

Sarà rispettato il consueto ordine dei comparti, prima lo Stato centrale e poi tutti gli altri?
«Dobbiamo prestare attenzione ai comparti che sono oggi più sollecitati, come la sanità, ma anche il comparto sicurezza, che è particolarmente sotto stress per quello che sta accadendo nel mondo. Poi siccome abbiamo previsto un anticipo delle somme già nel 2023, non è da escludere che per evitare che ci sia una disparità di trattamento si possa dare precedenza agli Enti territoriali che potrebbero non essere in grado di pagare l'anticipo stesso».

Il comparto sicurezza invece avrà l'acconto subito?
«Certo, riceveranno anche loro l'anticipo».

In manovra sono previsti piani straordinari di assunzioni?
«Andiamo avanti con il piano ordinario. Anche nel 2024 assumeremo, come nell'anno in corso, 170 mila persone, che direi è già un obiettivo straordinario. Ed è il motivo per cui durante quest'anno abbiamo lavorato moltissimo sulla digitalizzazione e semplificazione delle procedure concorsuali».