Dialoghi sul Digitale, Zangrillo: "Accompagnare il capitale umano nella trasformazione"

14 febbraio 2023

“La PA è un motore essenziale per il funzionamento del nostro Paese. Che pubblica amministrazione ho trovato? Ho trovato una pubblica amministrazione imponente, una organizzazione di 3,2 milioni di persone, una PA fatta di tante persone che hanno passione per il loro lavoro, che si preoccupano di coltivare il loro percorso professionale, le loro competenze per essere all'altezza delle sfide che devono affrontare: una PA che certamente ha come sfida anche quella dell'innovazione, e io sul tema della trasformazione digitale ho posto subito attenzione; è uno dei focus, degli impegni che mi sono assunto per i prossimi mesi”. Così il Ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha aperto il suo intervento con cui ha inaugurato la serie di appuntamenti "Dialoghi sul Digitale", il ciclo di talk negli spazi di Binario F a Roma, organizzati da PA Social in collaborazione con Fondazione Italia Digitale, dedicato all'approfondimento dei temi sul futuro dell'innovazione, gli sviluppi, gli orientamenti, le opportunità. 

Il Ministro è stato intervistato dal presidente di PA Social e Fondazione Italia Digitale, Francesco Di Costanzo: una occasione per fare il punto sulle nuove tecnologie che stanno portando grandi vantaggi in tutte le attività, ma anche nuove sfide da affrontare con professionalità e competenza. Questo primo appuntamento di "Dialoghi sul Digitale" è stato anche l’occasione, per Zangrillo, di partecipare a una ‘call’ nel Metaverso, che ha permesso al Ministro di trovarsi nella stessa stanza virtuale con altre due persone fisicamente presenti in luoghi differenti. 

“La trasformazione digitale - lo dico spesso e lo ricordo alle persone che lavorano con me - non è un'opzione, ma è una necessità. Se vogliamo guardare al futuro del nostro Paese, al futuro di ciascuno di noi con una certa fiducia e con una certa serenità, non possiamo non tener conto - ha proseguito il Ministro nel suo discorso di apertura - della necessità di ripensare il nostro modo di vivere, che riguarda sia le cose che facciamo ogni giorno, nel quotidiano, sia il nostro impegno professionale nell'organizzazione in cui operiamo. La trasformazione digitale è un processo che, in qualche modo, ‘asfalta’ tutto quello che è successo nel passato. Io ho avuto il privilegio di vivere la trasformazione digitale di un'organizzazione aziendale, nella multiutility romana Acea, e questa esperienza mi ha insegnato come trasformare in modalità digitale un'azienda significhi ripensare completamente i suoi processi, il suo funzionamento, i mestieri che descrivono l'organizzazione aziendale; significa trovarsi di fronte alla necessità di vivere delle nuove professionalità dal venerdì al lunedì. Ci sono persone che perdono il contesto a cui erano abituate magari da moltissimi anni per doversi misurare con sfide assolutamente nuove nel giro di qualche giorno. Quindi è una sfida di grandissima complessità, che richiede competenza e capacità di affrontare il cambiamento. Sottolineo questi due passaggi: da un lato, la competenza, dall'altro, la capacità di affrontare un cambiamento, perché sono due facce di una stessa medaglia".

"Io penso che parlare di trasformazione digitale - ha specificato Zangrillo - non significhi semplicemente dotarsi di piattaforme tecnologiche adeguate, ma significa soprattutto accompagnare in questo processo di trasformazione le persone. E le persone tendenzialmente sono resistenti al cambiamento. Riferendomi alle persone che fanno parte dell'organizzazione della PA, dove l'età media è di 50 anni, e che magari negli ultimi 20, 25, 30 anni sono state abituate a fare la loro attività in un certo modo, se arriva il momento in cui viene proposto loro di cambiare registro, di voltare pagina, di utilizzare strumenti diversi, di utilizzare modalità di comunicazione, di interoperabilità completamente diverse, c'è un cambiamento significativo non solo da un punto di vista delle competenze, ma anche nell'atteggiamento mentale. Quindi trasformare digitalmente un'organizzazione non significa semplicemente fare un investimento in tecnologia, ma accompagnare le persone, il capitale umano, in un profondo percorso di cambiamento”.

“Ricordiamo che il nostro Paese accusa ancora un ritardo sul tema della trasformazione digitale: l'indice DESI, che misura le performance digitali di un Paese, ci racconta che oggi l'Italia dal punto di vista della capacità di fornire servizi digitali è al 19esimo posto in Europa; se poi pensiamo alle competenze digitali, e quindi al nostro profilo di competenze di cui oggi disponiamo, siamo al 25esimo posto in Europa. Quindi accusiamo un ritardo importante e di questo dobbiamo essere consapevoli, il che significa che, per quanto riguarda la mia organizzazione, la PA, mi devo preoccupare - ha detto ancora il Ministro - di fornire al capitale umano della pubblica amministrazione i percorsi corretti per acquisire le competenze necessarie per un modo diverso di lavorare e accompagnare, da un punto di vista anche degli elementi soft, questo processo di trasformazione. Lo stiamo facendo e questa è la vera sfida. Quando si parla di una pubblica amministrazione che deve essere attrattiva e capace di raccogliere i migliori talenti, che deve saper dialogare con i cittadini in una maniera smart, intelligente, tutto questo passa attraverso il processo di trasformazione digitale. Quindi un processo estremamente complesso, ma necessario: non un'opzione sulla quale dover ragionare, ma l'unica strada che dobbiamo seguire”.