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"Più tecnologia per sveltire i concorsi"

5 luglio 2021

Alberto Bonisoli è il presidente di Formez Pa, l'ente in house alla presidenza del Consiglio Dipartimento della Funzione Pubblica che si occupa di programmare e gestire gran parte dei concorsi della Pubblica Amministrazione.

Presidente, secondo lei quanto tempo ci vorrà per tornare a un turnover normale nella Pa?

«Quello che è stato raccontato al Forum Pa è il risultato di anni di blocco del turnover. Nel 2019 sono ripartiti i concorsi, ma poi è arrivata la pandemia, sono stati considerati grandi assembramenti e sono stati congelati, e questo ha creato una situazione di ingolfamento, dalla quale stiamo emergendo solo ora grazie allo sblocco operato dal governo Draghi. Il Formez si sta impegnando al massimo, con ritmi serrati, per smaltire la coda, e ciò è possibile grazie alla rivoluzione tecnologica e alle nuove regole approvate dal governo con il decreto 44/21, che prevedono prove digitali e multisede».

Le funzioni centrali hanno l'età media più alta e le carenze di personale maggiori.

«Quest'inverno siamo riusciti a completare il concorso da 177 posti per il ministero degli Esteri: erano rimasti solo gli orali, che siamo riusciti a fare in videoconferenza, utilizzando anche le nostre sedi diplomatiche all'estero. Entro luglio ci sarà quello per il ministero degli Interni, poi il ministero della Cultura, per gli addetti alla vigilanza dei musei. A settembre quelli per i ministeri del Lavoro e dell'Ambiente, a ottobre per il ministero della Giustizia, per i cancellieri: le prove preselettive erano state due anni fa. Nel complesso, mezzo milione di candidati da selezionare, solo per la sessione estiva».

Ma date le carenze e i prossimi pensionamenti rischia di essere troppo poco.

«Intanto stanno per arrivare i nuovi fabbisogni delle amministrazioni centrali legati al Pnrr, che richiederà un'attenzione speciale. E poi ci sono i nuovi concorsi da programmare per le funzioni strutturali. Lavoreremo a lungo a ritmi molto sostenuti: o siamo in grado di cogliere questa sfida oppure il Paese non ne esce».