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«Flessibilità e smart working strumenti per giovani»

Data 15/11/2024

«Per rendere attrattiva la Pubblica amministrazione per i giovani serve flessibilità, formazione e merito. Il mondo è cambiato, il posto fisso non è la priorità dei giovani». Il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, oggi sarà a Genova per partecipare al festival di Orientamenti. Ma con Il Secolo XIX parla anche di Elon Musk, Forza Italia, giunta regionale e anche del suo Genoa, di cui è tifosissimo.

Ministro Zangrillo, oggi sarà a Genova per partecipare a Orientamenti. Qual è il senso della sua visita?

«Nei prossimi anni avremo tantissimi dipendenti pubblici che andranno in pensione, e con un mondo che cambia con una rapidità straordinaria è decisivo ascoltare cosa chiedono i giovani e cosa si aspettano dal mondo del lavoro».

Come si rende attrattiva la Pubblica amministrazione per i giovani?

«Cercando di andare incontro alle loro priorità. Nel pubblico noi stiamo portando avanti l'idea che invece del "posto fisso" oggi si debba parlare di "posto figo". Oggi i giovani chiedono sempre di più un corretto equilibrio tra impegno professionale e vita privata, e quindi una delle esigenze da intercettare è la flessibilità. Un'altra è la formazione, perché sempre più spesso i ragazzi vogliono crescere. E poi il merito, perché è giusto valorizzare i frutti dell'impegno dei dipendenti pubblici».

Esiste - o resiste - ancora il mito del "posto fisso"?

«Non nego l'importanza della stabilità del posto di lavoro, perché aiuta a vivere con serenità le proprie esperienze. Ma il mondo è cambiato, non esiste più l'aspettativa di entrare in un luogo di lavoro e restare lì per tutta la vita. La stabilità si traduce nella capacità di stare sul mercato del lavoro, a prescindere dal contratto a tempo indeterminato».

Molti giovani preferiscono guadagnare meno ma evitare di restare in ufficio per molte ore. Ampliare lo smart working può aiutare?

«È molto vero che i giovani sono orientati a dare priorità all'organizzazione del lavoro rispetto a fattori come la retribuzione. La pandemia ci ha insegnato che lo smart working può essere uno strumento, al di là delle narrazioni fastidiose che rifiuto, come quella che nella PA ci sono tanti fannulloni. Non è vero. Lo smart working è una forma di flessibilità che è già nella disponibilità del settore pubblico, ma è chiaro che cambia le dinamiche del lavoro».

In che modo?

«In presenza c'è un contatto fisico tra colleghi, e tra dipendenti e responsabili, mentre a casa si lavora sugli obiettivi. Va trovato un equilibrio, per evitare una riduzione dell'efficienza della Pubblica amministrazione».

Anche la settimana corta va incentivata?

«La scorsa settimana abbiamo dato via libera per alcune categorie di dipendenti pubblici alla possibilità di sperimentare la settimana corta: si lavora sempre 36 ore alla settimana, ma gli uffici hanno la possibilità di organizzare l'attività su quattro giorni invece che su cinque. È uno degli strumenti nella disponibilità degli uffici, una risorsa che, se si vuole, si può esplorare».

Quali sviluppi può avere l'Intelligenza artificiale nel settore della Pubblica amministrazione?

«L'Intelligenza artificiale è una enorme opportunità che stiamo iniziando a utilizzare per semplificare la normativa imponente che si è affastellata negli anni. Ma non solo, abbiamo di recente presentato un'iniziativa che ci permetterà di aiutare i cittadini a scegliere».

Di cosa si tratta?

«La società Formez organizza concorsi per otto-novemila posti l'anno, a cui partecipano circa 500mila candidati. Grazie a "Camilla", l'assistente virtuale che usa l'Ai generativa che abbiamo lanciato in questi giorni, aiutiamo i candidati a orientarsi tra i bandi e ad avere tutte le informazioni utili per parteciparvi. Questo ci consentirà di liberare risorse umane da utilizzare in attività ad alto valore aggiunto».

A proposito di IA, Elon Musk ricoprirà un incarico nella squadra di Trump e si occuperà di pubblica amministrazione come lei...

«Musk è un grande innovatore e possiamo aspettarci che dia un contributo significativo al governo statunitense».

Poteva risparmiarsi quelle frasi sui giudici italiani?

«La penso come il presidente Mattarella: l'Italia è un grande Paese democratico, sa occuparsi di se stesso senza suggerimenti esterni».

Qual è lo stato di salute di Forza Italia?

«Stiamo vivendo una stagione positiva, e come dice Tajani abbiamo il passo degli alpini: cresciamo con costanza. C'è uno spazio enorme al centro, tra Meloni e Schlein, e il nostro Dna è quello di essere attrattivi per i moderati».

Dopo la vittoria di Bucci si sta trattando per la giunta. A cosa punta Forza Italia? Uno o due assessorati?

«Mi faccia dire che sono molto contento della vittoria di Marco Bucci, persona pragmatica, seria e di grande valore. So che al di là dei discorsi quantitativi, penserà alle competenze e al bene della Liguria. Noi di Forza Italia abbiamo l'ambizione, dopo un ottimo risultato, di dare il nostro contributo. Vedremo se con uno o due assessorati, ma sono certo che Bucci farà ottime scelte».

Bucci ha annunciato che chiederà al governo di aumentare il numero degli assessorati dagli attuali 7 a 9, senza altri oneri di spesa. Lei sarebbe favorevole?

«A parità di spesa mi sembra un'idea apprezzabile, è difficile non essere d'accordo. La complessità dell'epoca presuppone di avere a disposizione più competenze».

Un'ultima battuta sul suo Genoa, che non vive un momento brillante.

«La stagione del Genoa è complessa, ma credo nell'investimento su Balotelli e soprattutto sono convinto che ci siano valori importanti, non solo tecnici. E mi riferisco alla straordinaria tifoseria che abbiamo. Sono fiducioso, faremo un buon campionato».