Università dell’Aquila, Zangrillo all’inaugurazione dell'Anno accademico

Data 05/04/2023

Di seguito l’intervento del Ministro per la pubblica amministrazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2022-2023 dell’Università degli Studi dell’Aquila – Aula magna "Vincenzo Rivera" – Centro congressi "Luigi Zordan": 

“Saluto il Ministro dell’Università e della Ricerca, il Presidente della Regione, il Presidente della Provincia, il Sindaco, le Autorità civili, militari e religiose e tutti i presenti.

Esprimo la mia gratitudine al Magnifico Rettore per l’invito a partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico di questo autorevole Ateneo, tra i più antichi d’Europa.

Rivolgo un augurio di buon lavoro al Corpo accademico, al personale, alle studentesse e agli studenti che, tutti insieme, compongono una comunità di studi e di ricerca indispensabile per il progresso del Paese.

È un’emozione essere qui, oggi, a 14 anni dal tragico evento sismico che ha colpito questo territorio e che appartiene alla memoria collettiva di tutto il mondo.

L’Università ha rappresentato nei giorni più duri, e rappresenta ancora oggi, il simbolo della ripresa e del rilancio della città dal punto di vista culturale, sociale ed economico. Una Università che ha insegnato al mondo intero a non arrendersi e che ha continuato la sua attività a partire già dalle settimane successive al terremoto.

Il sisma ha distrutto ciò che vi era di materiale, ma non ha scalfito quello che di immateriale viviamo oggi: l’ecosistema della conoscenza e della più elevata educazione e formazione. L’Università, l’istituzione che per eccellenza ha permesso alla nostra civiltà di radicarsi nel quotidiano creando, anno dopo anno, non solo la classe dirigente del Paese ma l’intera comunità nazionale.

È indubbio che gli atenei che vantano una lunga storia, come quello dell’Aquila, svolgono un ruolo centrale non soltanto in termini di conservazione e trasmissione delle conoscenze, ma soprattutto nell’offrire modelli di insegnamento e di ricerca sempre al passo con i tempi. In questo modo, l’Università dell’Aquila risponde alla sfida di riuscire a coniugare storia e modernità, tradizione e innovazione.

Questa istituzione affonda le sue radici nella storia dell’Italia della metà del ‘400, vive le vicende politiche e territoriali che animano la nostra Penisola lungo i secoli e ne vive anche le trasformazioni. È interessante, volgendo lo sguardo al passato, come i prodromi di questo Ateneo si rivolgano nel ‘700 al diritto, ma anche alla anatomia e alla fisiologia fino alla medicina legale per poi veder nascere, in occasione dell’avvento del Regno d’Italia, la Scuola Universitaria di Farmacia, Notariato e Chirurgia minore.

Vorrei ricordare l’impegno del Prof. Rivera, già padre costituente e parlamentare della Repubblica, nel dare avvio nel 1949 allo sviluppo dei corsi universitari estivi ai quali parteciparono studenti abruzzesi iscritti all’Università di Roma. Una ‘risacca’ positiva, mi verrebbe da dire, che permette ai giovani del territorio di formarsi al di fuori della loro città per poi tornare nella propria comunità.

L’Università dell’Aquila diventa così cuore, non sono geografico, dell’alta formazione in svariate materie, in particolare quelle dell’ambito scientifico: fisica, matematica, ingegneria che faranno da apripista, prima, e supporto, poi, all’Osservatorio Astronomico sul Gran Sasso, a quello Botanico di Campo Imperatore, a quello Geodinamico, a quello Magnetico e al Museo Paleontologico.

Una lunga corsa al galoppo per questo Ateneo che entra nel terzo Millennio con una offerta formativa così ampia da abbracciare ogni ambito e settore didattico, confermandosi punto di riferimento e realtà d’eccellenza nel contesto accademico e io spero anche ‘culla’ dei giovani talenti che vogliono impegnarsi nella pubblica amministrazione per il bene del Paese.

Una qualità che si tocca con mano, concreta, tangibile come il carattere di questo territorio, dalla quale sono nati ben tre centri di ricerca di eccellenza e cinque centri di ricerca interdipartimentali.

Questo Ateneo ha solcato nella sua vita il percorso, niente affatto lineare, della innovazione, della trasformazione, del cambiamento. In una stagione in cui i mutamenti sono così repentini e le novità generano senso di disorientamento, soprattutto tra i più giovani, l’Università rappresenta la bussola da seguire. Come ci ha saggiamente ricordato il Presidente della Repubblica, pensare di rigettare il cambiamento è un errore e un’illusione poiché l’innovazione va interpretata per migliorare la nostra condizione di vita, ma non può essere di certo rimossa.

È proprio attraverso l’innovazione e la ricerca che la scienza continua a rappresentare il motore dell’insegnamento. Non dobbiamo dimenticare che proprio quest’ultima genera e custodisce sapere, abbatte le paure, i pregiudizi e soprattutto consente di approfondire le conoscenze in ogni campo.

Benedetto Croce, padre costituente e figlio dell’Aquila, sosteneva che ‘ogni genuina conoscenza è conoscenza storica’ a riprova del fatto che dalla buona ricerca dipende il futuro individuale e collettivo, lo sviluppo del Paese. L’Aquila è questo: connubio continuo tra storia e futuro, tra passato e presente. A dimostrarlo non sono le parole ma i fatti, come dimostra, ad esempio, l’offerta del corso in tecniche della protezione civile e sicurezza del territorio. Un modo questo per volgere lo sguardo alle nostre spalle, come dicevo poco fa, ma anche per guardare al presente con lenti nuove. Impariamo dal passato, agiamo nel presente, tuteliamo il futuro.

È, dunque, evidente come le competenze rappresentino l’elemento decisivo nel percorso di modernizzazione che sta attraversando le amministrazioni pubbliche, centrali e territoriali. Per rispondere alle nuove sfide previste, in modo particolare, dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, abbiamo bisogno di adeguate competenze e nuove conoscenze. In questo contesto, il sistema universitario acquista una rilevanza fondamentale nel percorso di formazione di coloro che sono chiamati a gestire importanti trasformazioni e transizioni. Abbiamo bisogno di far maturare le condizioni – contrattuali, di sviluppo della carriera, di qualità del contesto lavorativo, di orgoglio di appartenenza – per una pubblica amministrazione attrattiva, in grado di coinvolgere tutti voi, ragazze e ragazzi, che rappresentate le energie migliori del Paese.

L’Università e il mondo delle Istituzioni non sono monadi, ma tessere di un unico coeso sistema tanto più in una fase storica dove ‘fare squadra’ è il prerequisito necessario per conseguire gli obiettivi. Per questo motivo è necessario dare vita a dei veri e propri ‘ecosistemi’ in cui scuole, università, centri di innovazione, aziende possano promuovere percorsi didattici orientati alle reali esigenze del nostro sistema territoriale. L’obiettivo deve essere quello di costruire modelli di insegnamento e di orientamento che siano in grado di anticipare le esigenze del mercato del lavoro sempre più veloce e competitivo: imprese e organizzazioni pubbliche chiedono alle Università di selezionare persone, non più solo studenti. Ecco perché accanto ad una solida preparazione accademica sono necessari percorsi a contenuto esperienziale e attività finalizzate allo sviluppo di quelle competenze trasversali e personali che fanno davvero la differenza.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza pone al centro della strategia di riforma della pubblica amministrazione il rinnovamento e il rafforzamento, attraverso la formazione, del capitale umano pubblico; il focus è, innanzi tutto, sul rafforzamento delle competenze trasversali che permettono di adattarsi al cambiamento e consentono di anticipare, comprendere e risolvere le necessità future. Per conseguire questo importante obiettivo è necessario un coordinamento strategico tra tutti i principali attori coinvolti: la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, istituzionalmente preposta al reclutamento e alla formazione della dirigenza; Formez PA, che supporta la formazione e lo sviluppo del personale pubblico a livello territoriale, nonché il mondo dell’Università e della ricerca.

L’obiettivo è quello di valorizzare le competenze e le soft skill. Da questo punto di vista il passaggio da una formazione delle sole ‘conoscenze’ a una delle ‘competenze’ risponde ad una esigenza di inserimento nelle amministrazioni di capitale umano effettivamente capace di esercitare il proprio ruolo.

È importante sviluppare percorsi che sappiano far emergere e valorizzare il merito. Quante volte abbiamo sentito invocare questa parola come se fosse un valore da conquistare? Al contrario, io credo che i talenti di ciascuno, aldilà della volontà individuale, caratterizzino la vita delle intere comunità. Penso anche che una corretta declinazione del merito sia un elemento essenziale per la crescita degli studenti, nel contesto universitario, e dei dipendenti nelle organizzazioni. Valutare il merito significa misurare la capacità di esprimere le nostre virtù, il nostro saper fare. Significa occuparsi del loro benessere organizzativo, misurare il livello di soddisfazione rispetto al proprio impegno. Significa prendersi cura delle persone. È un’attenzione che il corpo docenti deve a tutti voi studenti per la vostra crescita in un contesto organizzativo che sia l’Università, oggi, o la pubblica amministrazione, domani.

Prendersi cura di qualcuno vuol dire avere delle responsabilità. Quando sarete chiamati ad assumere dei ruoli chiave in azienda o nella pubblica amministrazione, non sarà sufficiente avere una adeguata conoscenza della materia, ma dovrete agire con tempestività, guidare le persone promuovendone la crescita, generare l’ottimismo favorendo lo spirito di squadra.

Ecco perché un nuovo modello di pubblica amministrazione ha bisogno del contributo di tutti, a partire dalle Università. È necessario descrivere e condividere obiettivi sfidanti ed avere consapevolezza che il vero cambiamento risiede nei nostri comportamenti, nelle nostre azioni quotidiane, nei compiti che svolgiamo.

Dal mio personale punto di osservazione è importante guardare all’istituto universitario come ad un duplice organismo: da un lato polo di attrazione e promozione dei talenti studenteschi e ricercatori, dall’altro un contenitore potenziale di talenti da selezionare, scoprire e valorizzare all’interno del proprio organico. Persone che permettono agli atenei di avere le gambe non solo per camminare ma per correre sia sul piano dell’offerta didattica e della ricerca sia sul piano organizzativo.

Lo stesso vale per la pubblica amministrazione che deve saper essere attrattiva e acquisire all’interno delle proprie organizzazioni giovani figure competenti da valorizzare nel corso della loro vita lavorativa. Per questo motivo stiamo lavorando ad innovative procedure di reclutamento e nuove modalità di formazione poiché solo in questo modo la crescita del singolo diventa sviluppo della complessiva organizzazione. Una crescita che non deve essere soltanto conoscitiva, ma soprattutto in termini di ‘valore’ umano. È il caso di ricordare che lo studio senza capacità di spirito critico, senza la possibilità di porsi le giuste domande, non produce cultura ma soltanto assenteismo intellettuale, con le persone presenti negli uffici, ma prive di un’adeguata motivazione al ruolo, della giusta tensione verso il risultato.

Al contrario lo spirito critico induce ad un atteggiamento protagonista nella società di cui si fa parte, nel posto in cui si vive e nel luogo in cui si lavora. È con questa motivazione che sono state raggiunte scoperte scientifiche e rivoluzioni culturali che hanno sconvolto il corso della storia e conquistato le prime posizioni nelle classiche nazionali ed internazionali.

Con lo stesso spirito, ragazze e ragazzi, siete chiamati a studiare, ad acquisire conoscenze e sviluppare competenze, ma soprattutto ad affrontare i problemi che troverete lungo il vostro percorso al fine di crescere e cogliere le opportunità. Ciò che conta, il più delle volte, non è solo avere la risposta giusta ma essere in grado di porsi la domanda più adatta al contesto in cui vi trovate. Auguro a tutti voi, di fare leva sulle vostre domande, sui vostri progetti ambiziosi e di rafforzare la curiosità, l’impegno e la conoscenza come antidoti alla indifferenza e alla superficialità.

Buon anno accademico a tutti voi.”