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Zangrillo: "È caduto il mito del posto fisso per attirare i migliori la PA deve fare di più"

Data 16/01/2025

Un avatar di nome Camilla per trovare nel giro di pochi minuti il concorso giusto tra gli oltre 20 mila banditi ogni anno dalla Pa. Procedure concorsuali digitalizzate, risultati nel giro di 4-5 mesi e 40 ore di formazione annue a dipendente «perché la Pubblica Amministrazione ha un grande concorrente che è il privato, e se ci presentiamo come un'organizzazione lenta la nostra attrattività si riduce», spiega il ministro della Pa Paolo Zangrillo.

A proposito di attrattività, nel 2023 avete lanciato una campagna per promuovere il posto pubblico. Ha funzionato?

«La percezione della Pa è cambiata: dobbiamo affrontare nei prossimi anni un turnover alto, entro il 2032 andranno in pensione un milione di dipendenti. E quindi il posto pubblico non può limitarsi a offrire uno stipendio fisso, ma anche un'esperienza professionale che permetta di valorizzarsi sul mercato, a partire dalla formazione. Quando sono arrivato io la media era di 6 ore l'anno. Ho appena emanato una direttiva che prevede che a regime si arrivi ad almeno 40 ore l'anno, focalizzate sulla transizione amministrativa, ecologica e digitale, e sulle soft skills, perché le capacità tecniche non bastano».

Solo formazione online, con Syllabus?

«No, abbiamo aperto anche cinque poli formativi territoriali in Piemonte, Lombardia, Abruzzo, Puglia e Calabria».

Tra le note dolenti del lavoro pubblico però ci sono anche gli stipendi. Che spesso rimangono fermi anche per i ritardi nei rinnovi contrattuali.

 «Sono profondamente addolorato e dispiaciuto che sia saltato il rinnovo per il comparto sanità. Era previsto un aumento medio di 172 euro, ma soprattutto finalmente c'erano una serie di misure per rispondere alle esigenze del comparto e valorizzarlo, dall'indennità di pronto soccorso di 240 euro mensili, che sarebbero passati a 300 nel 2025 e 366 nel 2026, al patrocinio gratuito nei casi di aggressione al personale sanitario».

Cgil, Uil e Nursing Up chiedevano aumenti adeguati al tasso d'inflazione del triennio.

«La legge di Bilancio 2024 ha stanziato 8 miliardi per i rinnovi 2022-2024, un terzo dei 24 miliardi della manovra. Per compensare tutta l'inflazione ne sarebbero serviti 32. Ci sono già le risorse per i rinnovi 2025-2027: concludendo subito le nuove trattative si sarebbe arrivati a un aumento del 14%. Io credo che si sia persa una grande occasione: mi auguro che ci sia uno spazio per il ripensamento. Ma mi viene il sospetto che la discussione e il confronto sia stato portato dal piano sindacale a uno più politico. Quando si fanno relazioni sindacali si fa una sintesi che deve portare vantaggi ai lavoratori. La politica si fa da un'altra parte».

Anche il rinnovo del contratto degli enti locali rischia di finire in un vicolo cieco. Va cambiato il sistema di contrattazione?

«Non vedo alternative a questo sistema. Dialogare però significa essere disponibili al confronto».

La legge di Bilancio ha messo un tetto del 75% al turnover nella Pa. Significa che quest'anno si assumerà di meno?

«Mi sono battuto come un leone per limitare l'impatto di questa norma, che infatti non si applica ai dipendenti della sicurezza, della sanità e degli enti locali, e alle amministrazioni con meno di 20 dipendenti, e vale solo per il 2025. Nel 2024 abbiamo bandito 22 mila concorsi, che si sono tradotti in 340 mila posizioni, e abbiamo ricevuto 1.290.000 candidature: significa che c'è interesse nei confronti del lavoro pubblico, e infatti 340 mila assunzioni tra il 2023 e il 2024 hanno permesso di ridurre l'età media dei dipendenti da 51 a 49 anni».

Però ci sono ancora molte rinunce, soprattutto per le amministrazioni locali, dove gli stipendi sono più bassi, e per il Nord, troppo costoso per chi arriva da un'altra Regione.

«Abbiamo modificato il processo di reclutamento, chiedendo ai candidati di indicare il luogo dove si intende lavorare. Non capiterà più che a uno che sta a Roma o a Bari venga chiesto di andare a Milano. Da dicembre abbiamo messo in campo anche l'intelligenza artificiale: l'avatar Camilla in tempo reale aiuterà il candidato a trovare i concorsi più adatti alle sue esigenze. Per ora funziona solo per le procedure gestite da Formez, ma i risultati ci incoraggiano a estenderla a tutti i concorsi sul portale Inpa».

Come procede la semplificazione?

«Tra pochissimi giorni apriremo una consultazione pubblica, chiedendo a cittadini e imprese di segnalarci i disagi e le difficoltà, e di farci delle proposte concrete per migliorare i processi. L'iniziativa, che si chiama "Facciamo semplice l'Italia: la tua voce conta", rimarrà aperta fino alla fine di settembre. Dobbiamo semplificare 600 procedure amministrative entro il giugno 2026, ne abbiamo già approvate in Cdm 230. Non vogliamo agire in modo autoreferenziale, ma con il contributo dell'utenza. Sulla base delle proposte che ci arriveranno contiamo anche di aprire tavoli di consultazione con le organizzazioni di riferimento».