La Sentinella del Canavese - Mauro Giubellini

‘Il Governo aiuterà i paesi a interagire con le imprese’

30 gennaio 2023

Prima di dialogare con sindaci e amministratori locali il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, 62 anni, genovese e capitano d'industria prima di indossare i panni di alfiere del Governo Meloni, ha dialogato con i cronisti della stampa locale «che sono - ha detto - importanti operatori dell'informazione per trasmettere e raccontare alle comunità questo turbolento e delicato passaggio storico che stiamo vivendo, tra paure e speranze».
Il Canavese è un territorio composto da oltre 150 Comuni. Molti lottano con bilanci anemici. Il Governo tornerà a rifinanziare, attraverso i vari canali, le amministrazioni comunali?
«I Comuni sono gli enti più vicini a cittadini e imprese tra le pubbliche amministrazioni. Uso il plurale perché sono convinto che la Pubblica amministrazione non si esaurisca a Roma, nei dicasteri, ma abbia il suo cuore pulsante nei territori. Proprio perché prossimi ai nostri utenti, svolgono un ruolo centrale nell'erogazione dei servizi e nella realizzazione degli investimenti. Il Pnrr, una opportunità che non possiamo farci sfuggire, destina il 70% delle risorse a progetti che dovranno essere realizzati proprio dagli enti territoriali. L'importanza di prestare attenzione ai territori è quindi evidente, non soltanto in termini di risorse, ma soprattutto nella necessità di dotare gli enti delle competenze necessarie per mettere a terra i tanti progetti. Penso alle mille assunzioni già effettuate e all'annosa questione dei segretari comunali, assenti nel 91% dei piccoli Comuni. La legge di bilancio prevede l'utilizzo del Fondo assunzioni Pnrr da 30 milioni di euro anche per sostenere gli oneri relativi al trattamento economico di queste importanti figure professionali. Con il ministro Fitto lavoriamo per fare sì che questo impegno sia rafforzato, a livello economico e non solo, dal decreto Pnrr».
Dai 23mila abitanti di Ivrea ai 30 residenti di Ribordone: si resta così o è meglio fondere i Comuni più piccoli e territorialmente omogenei?
«La ratio è quella di agevolare i Comuni più piccoli nella gestione e fruizione dei servizi ma anche della condivisione di strutture, personale e funzioni che singolarmente i piccoli centri non potrebbero garantire alla propria cittadinanza. Nel merito andrebbe fatta una valutazione più profonda su ogni singolo territorio e capire direttamente dagli stessi enti le esigenze e i vantaggi che deriverebbero da unione o fusione di comuni, salvaguardando sempre identità, specificità e autonomia di ogni realtà territoriale».
Lei incontra quotidianamente decine di amministratori locali. Come valuta la loro preparazione e l'approccio ai temi della pubblica amministrazione?
«Il nostro Paese è composto da centinaia di piccole e medie realtà amministrate con passione e sapienza da sindaci che, a volte, con pochissimi strumenti mandano avanti in maniera eccellente le nostre comunità. Per questo io li ringrazio quotidianamente, perché senza il loro lavoro, la loro passione e quel senso di appartenenza che li guida non potremmo garantire il funzionamento della macchina dello Stato. E' anche per questo motivo che, il 9 gennaio a Perugia, ho dato il via a 'Facciamo semplice l'Italia. PArola ai territori', un percorso di ascolto e confronto con i territori per cogliere criticità e suggerimenti in grado di migliorare la nostra azione di governo».
Spesso i problemi nei paesi nascono dall'impossibilità di nuove assunzioni nelle macchine comunali. Il Governo ha una ricetta per ridare ossigeno alle amministrazioni in questo senso?
«Il turn over ci consentirà di effettuare quest'anno 156.400 assunzioni, in linea con le 157.600 dello scorso anno. A fine novembre, solo per fare qualche esempio, ho avviato le procedure per l'assunzione di oltre 11mila unità di forze di polizia e di vigili del fuoco. In legge di bilancio abbiamo inoltre previsto risorse per la polizia penitenziaria, mille nuovi ingressi entro il 2026, 800 per il ministero della Giustizia, 520 per il ministero degli Esteri, 300 per quello dell'Agricoltura, solo per citarne una parte. Un ricambio generazionale importante che darà un nuovo volto alla Pa».
Oggi è il suo primo approccio col territorio altocanavesano? Quali sono le sue sensazioni?
«Sono felice di avere avuto l'opportunità di venire a Cuorgnè e di parlare con tanti sindaci e amministratori di questa zona, che ha dato tanto al Piemonte e che deve continuare a rappresentare una delle eccellenze di questa regione. Ringrazio in particolare il consigliere regionale Mauro Fava, per l'invito a confrontarmi con questa bella realtà territoriale, che dobbiamo valorizzare. L'attenzione ai territori passa anche da questi momenti di confronto, che servono per capire da vicino i problemi e le necessità delle varie aree del Paese».