Il Messaggero - Andrea Bassi

«Recluteremo nelle scuole i talenti hi-tech per la Pa»

25 novembre 2024

La Pubblica amministrazione assumerà i talenti di cui ha bisogno direttamente dai banchi di scuola. Il governo lavora per l'ingresso di giovani esperti in tecnologia attingendo dagli Its, gli istituti tecnologici superiori, le Academy da cui già pescano a piene mani anche le imprese. «Stiamo lavorando», spiega il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, «ad un approccio più efficace per reclutare soprattutto i nuovi profili di cui abbiamo bisogno. Presto», dice, «ci sarà un provvedimento, un decreto-legge».

Ministro, andiamo con ordine. Nei prossimi sette anni la Pubblica amministrazione perderà un milione di dipendenti che andranno in pensione. Lei da tempo sostiene il bisogno di tenere il ritmo delle assunzioni. Eppure, nella manovra è stato introdotto un blocco parziale del turn over. Non è un controsenso?

«In questi due anni, per colmare le carenze di personale, abbiamo inserito 350 mila persone. E questo anche grazie a una serie di riforme che hanno accelerato i tempi dei concorsi. Posso dire che sul reclutamento abbiamo lavorato con determinazione quasi ossessiva. Il blocco parziale del turn over è una misura purtroppo necessaria, ma limitata nel tempo e con diverse eccezioni, come per il personale sanitario e i piccoli comuni con meno di 20 dipendenti».

Con gli emendamenti sarà possibile allargare queste eccezioni?

«Ho ricevuto molte sollecitazioni dall'Anci a rivedere la norma. I Comuni negli anni hanno subito una riduzione del 30 per cento degli organici. Ho chiesto di verificare che spazi ci possono essere e mi sono confrontato con Antonio Tajani per valutare una possibile soluzione. Ma siamo responsabili, la legge di Bilancio deve essere equilibrata e in linea con gli impegni presi con l'Europa».

Realisticamente che spazi potranno esserci?

«Mi sembra ci sia convergenza per escludere i comparti della sicurezza e della difesa. Vediamo se ci potrà essere un alleggerimento anche per i Comuni».

Ad avere scoperture del 30 per cento degli organici non sono solo i Comuni. Sono un po' tutte le amministrazioni. Questi gap di personale sono ancora recuperabili o, con l'intelligenza artificiale, si potrebbe procedere a una riduzione delle piante organiche?

«La domanda è corretta. Però io penso che l'approccio all'intelligenza artificiale non debba essere quello di usarla per ridurre i posti di lavoro, ma per permettere ai dipendenti di dedicarsi ad attività a più elevato valore aggiunto, lasciando alle macchine i compiti più ripetitivi. Poi ogni singola amministrazione avrà l'opportunità di valutare se questo consente anche delle efficienze».

Torniamo ai concorsi. Una recente ricerca dice che i candidati sono soprattutto laureati in giurisprudenza. Si continuano ad assumere funzionari con profilo giuridico. I profili tecnici spesso non scelgono la Pa non tanto per gli stipendi, ma per la mancanza di prospettive chiare di crescita. Era stata annunciata una riforma delle carriere. A che punto siete?

«Il provvedimento è praticamente pronto. Ma come dicevo all'inizio, stiamo lavorando per reclutare profili tecnici direttamente dagli Its. A questi ragazzi, se sceglieranno la Pubblica amministrazione, offriremo anche un percorso di studi per arrivare alla laurea attraverso il programma Pa 110 e lode, che permette di laurearsi lavorando. Un forte incentivo a scegliere il pubblico impiego».

E per chi già è nell'amministrazione?

«La riforma delle carriere conterrà la possibilità di una crescita interna. Ci sarà la possibilità per un numero determinato di funzionari di diventare dirigenti senza dover sostenere un concorso pubblico. Abbiamo già verificato le compatibilità costituzionali del progetto».

Come funzionerà esattamente?

«La proposta di promozione sarà fatta dal dirigente e poi esaminata da una commissione imparziale: andranno considerate le valutazioni ottenute e i comportamenti organizzativi».

I dirigenti sono pronti a questa responsabilità?

«Lo saranno. Il prossimo anno ne formeremo 20 mila a questo scopo. Devono diventare protagonisti della gestione del capitale umano».

Non teme che alla fine premieranno i più fedeli e non i più meritevoli?

«Se lo temessi non potrei fare questo lavoro. Ho piena fiducia nei dirigenti pubblici. Nessuno sceglierebbe un profilo non adeguato al ruolo».

L'Aran, con la Cisl e i sindacati autonomi hanno firmato la preintesa per le Funzioni centrali. Cgil e Uil invece il 29 scenderanno in piazza. Sostengono che le risorse sono poche e Landini chiama alla rivolta sociale?

«Sin dall'inizio del mio mandato ho detto che avrei dato continuità ai contratti. Per la prima volta abbiamo chiuso un accordo, il 2022-2024 nei tempi, con aumenti del 6 per cento. Ora possiamo partire subito con le nuove trattative per il 2025-2027 avendo a disposizione risorse per un altro incremento del 5,5 per cento. In un momento in cui l'inflazione è scesa sotto I'1 per cento credo che sia una buona opportunità. Landini ha chiarito che "rivolta sociale" significa non voltarsi dall'altra parte. Credo che siano state Cgil e Uil a voltarsi dall'altra parte rifiutandosi di firmare un contratto che, oltre agli aumenti, introduce molte novità positive per i dipendenti».

Come la settimana di 4 giorni. le amministrazioni sono pronte?

«L'articolazione dell'orario in quattro giorni, mantenendo lo stesso numero di ore e la stessa qualità dei servizi, è una sfida che deve essere colta per rendere attrattiva la Pubblica amministrazione alle giovani generazioni che chiedono flessibilità e conciliazione tra vita e lavoro. Credo che non dobbiamo avere paura di innovare».

Che tempi ci vorranno per arrivare dalla preintesa sul contratto agli aumenti in busta paga?

«Come sa ci sono dei tempi tecnici. Servono le verifiche della Ragioneria e poi la Corte dei conti. Ma sto facendo moral suasion per ridurre a poche settimane questi passaggi».