Corriere del Mezzogiorno - Michele Cozzi

“Recovery, la quota del 40% per il Mezzogiorno è blindata. Timori infondati e ideologici”

24 agosto 2021

Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, partiamo dalla quota del 40% del Pnrr destinata al Sud. Alcuni economisti temono che alla fine possa scattare una trappola e che i fondi prendano un’altra destinazione. Timori infondati o ideologici?

“Timori totalmente infondati e ideologici. Il 40% dei fondi al Sud è reale, è stato raggiunto attraverso un lavoro di ricognizione e incremento portato avanti dalla ministra Carfagna con i vari dicasteri. Inoltre, con un emendamento al decreto governance e semplificazioni, è stato definito che almeno il 40% delle risorse messe a bando andrà al Mezzogiorno. La quota del 40% è stata, per la prima volta, blindata per legge. Ora occorre che ci sia la volontà di tutti. Bene stare attenti, ma l’eccesso di scetticismo non serve a nulla”.

Occorre, inoltre, una collaborazione fattiva di Regioni, Province e Comuni. È così?

“Certo. Il Pnrr deve essere oggetto di un’appropriazione collettiva. Per questo stiamo pensando a un Open day dedicato nelle Università, una giornata in cui i cittadini, gli amministratori, le imprese, i sindacati, le banche e la società civile tutta si ritrovino insieme per conoscere il Piano, con i suoi progetti e i suoi investimenti, e per capire come poter fare la propria parte. Il Pnrr è un “contratto” con l’Europa: se manteniamo gli impegni arrivano i soldi. Gli impegni sono le riforme. Per realizzarle, occorre il coinvolgimento di tutti”.

Lei parla di “rivoluzione gentile”: i primi provvedimenti del Governo – semplificazione, digitalizzazione e reclutamento – sembrano andare in questa direzione. Ma non mancano i problemi: livelli di retribuzione non sempre appetibili. Perché un giovane di talento dovrebbe cercare la propria realizzazione professionale nella Pa?

“La Pubblica amministrazione è il cuore dello Stato e della convivenza civile, ed è la più potente arma contro le disuguaglianze. Con le riforme del Governo Draghi, e con i rinnovi contrattuali finalmente riavviati, stiamo restituendo dignità e valore al lavoro pubblico. Il mio sogno è che le donne e gli uomini del Sud che hanno avuto successo in Italia e nel mondo tornino a dare il proprio contributo alla ricostruzione del Paese, come servitori dello Stato e delle amministrazioni. Lo ha detto il presidente Mattarella: i lavoratori pubblici sono il volto della Repubblica”.

Concorsi in 100 giorni e 100mila nuove assunzioni l’anno solo per il ripristino del turnover al 100%. Un progetto ambizioso, di difficile attuazione. O no?

“No, non è cosi. La rivoluzione è già realtà: i concorsi sono digitali e durano 100 giorni. In passato potevano volerci anche 5 anni. Non è più possibile alcuna manipolazione: si entra solo per merito”.

Qual è lo scopo del portale del reclutamento Inpa?

“Ci porta nella modernità. Il lavoro si trova ormai andando sul web. Tutti quelli che vogliono dare la loro disponibilità al settore pubblico possono già inserire il loro curriculum. Se hanno le caratteristiche richieste dai bandi, potranno partecipare a selezioni meritocratiche, rapide. Spero che nei prossimi mesi, anche grazie ai protocolli d’intesa già siglati con i professionisti, ci siano i curricula di milioni di italiani”.

L’economia del Paese, dopo la fase più acuta del Covid, mostra segni di ripresa: secondo l’Istat crescita del 2,7% nel secondo trimestre, senza che sia stato speso un solo euro europeo. Come lo spiega?

“La correggo. Siamo in pieno boom economico, altro che 2,7%. Quest’anno la crescita media sarà intorno al 6%. E questo, come diceva, senza avere ancora speso un euro del Pnrr. In parte è il rimbalzo rispetto all’anno precedente, ma è anche frutto del clima di fiducia che si è creato attorno al nostro Paese. Grazie al presidente Draghi, al nostro ritrovato ruolo in Europa”.

A proposito di processo di convergenza tra Nord e Sud, cosa pensa della sortita dell’ex premier Conte sul Nord locomotiva del Paese?

“Il buon Conte è un giurista, non è un economista. Ormai le filiere sono lunghe, siamo dentro un sistema fatto di interdipendenze. Il Sud ha un potenziale di crescita enorme. Gli approcci sono di sistema, frammentare non ha mai avuto senso. Forse l’amico Conte ha usato un approccio un po’ datato. Se cresce il Sud cresce l’Italia, se cresce l’Italia cresce l’Europa”.

Grandi manovre nel centrodestra. Lega e Forza Italia sembrano avere un percorso in comune, mentre Fratelli d’Italia va per la sua strada. Anche al Parlamento europeo il centrodestra è diviso in gruppi diversi. Esistono tre destre in Italia?

“Il centrodestra ha dimostrato una grande capacità politico-programmatica. La chiave per rafforzarla ulteriormente è l’approccio liberale, che valorizzi l’individuo, l’iniziativa privata, il merito, la qualità delle persone. Rispetto al cieco statalismo, noi preferiamo la persona. Naturalmente in un sistema di responsabilità sociale”.

Green pass anche per i dipendenti pubblici?

“I dipendenti pubblici si sono comportati in maniera eccezionale durante la pandemia e vogliono contribuire in presenza al boom economico. Non è possibile, in una fase di crescita come quella che stiamo vivendo, continuare ad averne metà in smart working. Stiamo lavorando affinché tutta la Pubblica amministrazione possa sostenere questo momento straordinario che il Paese sta vivendo. Non più freno, ma motore della crescita. A partire dal Sud”.