la Repubblica - Rosaria Amato

«Rendere attrattiva la Pa è un obiettivo. Dobbiamo premiare il valore e bilanciare lavoro e vita privata»

24 maggio 2023

«Stiamo lavorando con serietà per utilizzare tutte le risorse del Pnrr. Ci siamo impegnati a comunicare alla Commissione Ue le variazioni per la riprogrammazione dei fondi entro l'inizio dell'estate». Paolo Zangrillo ha appena partecipato al Consiglio dei ministri che ha varato il primo pacchetto di aiuti per le zone colpite dall'alluvione in Emilia Romagna: «Dobbiamo fare il massimo per cercare di dare risposte immediate», afferma. Ma a fianco dell'emergenza rimangono sempre le scadenze del Pnrr, che per il ministro della Pubblica Amministrazione sono in cima alle priorità.

Da giorni si discute dell'opportunità di utilizzare parte delle risorse del Pnrr per opere di consolidamento e prevenzione dei fenomeni meteorologici estremi. Lei pensa che sia possibile?

«Adesso abbiamo messo in gioco due miliardi che costituiscono una prima risposta concreta. Poi bisognerà pensare alla ricostruzione: tutti i colleghi che in questi giorni hanno visitato quelle terre hanno tratto la sensazione di straordinaria compostezza e grandissima determinazione della popolazione. Quanto al Pnrr, io penso che non possa essere destinato alla ricostruzione, il piano per sua natura prescinde da eventi straordinari. Le risorse vanno trovate altrove».

È da mesi che si parla di riformulazione dei progetti, ma ancora questa riscrittura del piano è ferma a poche indiscrezioni.

«Il Pnrr è un programma di straordinaria importanza per il nostro Paese, che noi abbiamo ereditato dal precedente governo. In ragione delle mutate condizioni di contesto il ministro Fitto con gli altri ministri sta procedendo a una rivisitazione del piano diretta a dargli un contenuto credibile, mettendoci in condizione di utilizzare tutte le risorse che l'Europa ci mette a disposizione. C'è un continuo dialogo con Bruxelles: ci siamo impegnati a dare entro l'inizio dell'estate la formulazione definitiva. La prossima settimana Fitto riunirà la Cabina di regia e si avvieranno gli incontri bilaterali con le Regioni».

La Pa si sta mostrando all'altezza di questa sfida? Ci sono accuse reciproche tra governo centrale ed enti locali, anche esponenti del governo a volte sembrano prendersela con la burocrazia.

«Non c'è stata alcuna frizione o divergenza di vedute: io penso che proprio in questa occasione il governo abbia mostrato un grande spirito di squadra. E anche l'interlocuzione con l'Europa è molto positiva, stiamo lavorando con grande intensità e trasparenza. La Pa ha vissuto un periodo lunghissimo di blocco del turnover: in dieci anni, tra il 2010 e il 2020, abbiamo perso 300 mila persone e l'età media si è alzata da 43 a 50 anni».

Questi però erano problemi noti quando si è partiti con il Pnrr. I concorsi non sono stati abbastanza veloci, e anche la formazione è al palo: meno di un giorno l'anno.

«L'anno scorso abbiamo assunto 157 mila persone, e quest'anno abbiamo in programma di assumerne 170 mila. Stiamo facendo uno sforzo straordinario per riformare la Pa: da giugno sarà obbligatorio utilizzare le procedure digitali previste dal portale InPa anche per gli enti locali. Quanto alla formazione, ho dato disposizione che per quest'anno siano previsti almeno tre giorni per dipendente. E c'è il nuovo portale Syllabus, che permette a ognuno di costruirsi un programma personalizzato di formazione».

I concorsi procedono a rilento anche per le rinunce di una quota dei candidati, in parte dovute alla sovrapposizione delle procedure, e in parte alla scarsa attrattività della Pa, soprattutto per i giovani.

«Con l'ultimo decreto abbiamo previsto la possibilità di stabilizzare i dipendenti assunti a tempo determinato con i concorsi Pnrr, perché sicuramente questo era un elemento che scoraggiava la partecipazione. Ma, più in generale, quello dell'attrattività della Pa è uno dei temi che ci dobbiamo porre, intervenendo anche sugli aspetti qualitativi del lavoro, perché oggi i giovani non sono tanto attratti dal posto fisso, quanto da una organizzazione che dia loro opportunità di crescita dal punto di vista delle competenze, premiando il valore e permettendo di bilanciare il lavoro e la vita privata. Stiamo facendo un importante investimento per dotarci di strumenti che possano assegnare obiettivi e misurare le performance».

Però molte rigidità rimangono: al Forum Pa per esempio è stata contestata la disposizione che vieta l'erogazione dei buoni pasto agli smart worker, e che di fatto scoraggia il lavoro agile. E anche la semplificazione procede a fatica: i Comuni da tempo chiedono una procedura autorizzativa unica in 30 giorni, sul modello di quella dell'edilizia scolastica.

«La semplificazione è un milestone del Pnrr. Entro il 2026 si devono semplificare 600 procedure amministrative. Ho avviato il lavoro con le prime 70, nel decreto di tre mesi fa. Il secondo step riguarda 200 procedure da semplificare entro il 2024, ho chiesto di anticipare l'obiettivo al 2023. Da gennaio ho avviato un lavoro che si chiama "Facciamo semplice l'Italia": stiamo dialogando con gli enti territoriali, Regione per Regione. Stiamo chiedendo ai diretti interessati, quali sono le semplificazioni più urgenti: non è un lavoro fatto a tavolino, ma condiviso con tutti gli enti interessati, per ridurre al minimo gli errori».