Corriere della Sera - Enrico Marro

«Uffici pubblici, così la svolta. 150 mila assunzioni all'anno»

24 marzo 2023

Il 2023 è cruciale per il rilancio della pubblica amministrazione. Il ministro della Pa, Paolo Zangrillo, nel suo studio a Palazzo Vidoni, ci illustra i dossier sui quali sta lavorando, da un lato per attirare nella Pa le professionalità giuste e dall'altro per investire sulla formazione degli attuali dipendenti, grazie alla piattaforma Syllabus che debutta oggi. Il tutto finalizzato, tra l'altro, a vincere la sfida del Pnrr.

Ministro, la Pa, in particolare negli enti locali non riesce a trovare i profili necessari al Pnrr. Che succede?

«A livello centrale abbiamo inserito 500 tecnici ed esperti. E a livello decentrato abbiamo dotato i piccoli comuni dei fondi per assumere i tecnici. Ma è vero, stiamo incontrando difficoltà, come del resto succede nel settore privato. Le persone oggi sono molto più attente a valutare le condizioni offerte e le opportunità di crescita professionale».

Voi offrite solo contratti a termine.

«Solo per il personale assunto per il Pnrr, fino al 2026, come stabilito dalla disciplina Ue dello stesso Piano. Ma abbiamo previsto la stabilizzazione dei 500 profili nei ministeri dopo 15 mesi di servizio e stabilito che gli enti locali, nel bandire i loro concorsi per assunzioni a tempo indeterminato, possono riservare fino al 40% dei posti ai tecnici assunti a termine per il Pnrr».

Basta questo?

«Partiamo dal fatto che veniamo da un decennio di blocco del turn over che ha ridotto il personale da 3,5 a 3,2 milioni, facendo salire l'età media dei dipendenti a 50 anni. Dal 2021 abbiamo ripreso ad assumere e nel 2022 sono entrate nella Pa 170mila persone, di cui 156 mila per sostituire chi è andato in pensione e il resto per aumentare l'organico. Anche quest'anno e fino al 2026 abbiamo in programma una media di 150mila assunzioni l'anno. Si tratta di contratti a tempo indeterminato. E dal primo gennaio 2023 abbiamo introdotto il portale InPa».

Che cos'è?

«È la piattaforma digitale attraverso la quale deve passare tutto il processo di selezione e assunzione del personale. Per ora è applicato a tutte le amministrazioni centrali, dal primo giugno verrà esteso al resto. Significa che tutto il processo, dalla pubblicazione del bando alla proclamazione dei vincitori, avverrà on line. E poi anche dallo smartphone, con una App che svilupperemo in accordo con la Federico II di Napoli. Il tutto si inserisce in una semplificazione delle procedure, avviata nella pandemia, che ha ridotto il tempo medio di svolgimento dei concorsi da 780 giorni a 169 giorni. Detto questo, resta il fatto che dobbiamo rendere sempre più attraente la Pa».

Come?

«Cominciamo col superare una narrativa che dipinge la Pa come incapace e non competitiva. Io vengo dal mondo dell'impresa privata e le posso assicurare che le retribuzioni d'ingresso sono assolutamente competitive e che la Pa è piena di figure con una altissima preparazione. Non basta però la competenza tecnica, ma bisogna acquisire anche i cosiddetti soft skill. In particolare la dirigenza deve essere capace di organizzare e valorizzare il capitale umano».

Qualità manageriali.

«Sì, non basta conoscere alla perfezione norme e procedure, bisogna fare lavoro di squadra. E qui la formazione è centrale. Per questo domani (oggi per chi legge, ndr.) lanciamo la piattaforma Syllabus, una svolta».

Di che si tratta?

«Come prevede il mio atto di indirizzo, tutte le amministrazioni dovranno prevedere minimo 3 giorni di formazione all'anno, durante l'orario di lavoro, per tutti i dipendenti pubblici su tre aree: la digitalizzazione, l'aggiornamento amministrativo, i soft skills».

Come funziona?

«Ciascun dipendente sceglierà le materie di formazione e sosterrà un esame di ingresso per testare il suo livello. Riceverà quindi dalla piattaforma un programma personalizzato di formazione, con anche momenti di verifica, compresa quella finale».

Formazione obbligatoria?

«No, ma fortemente incentivata, perché conterà ai fini della valutazione individuale della performance annuale, con ricadute sulla carriera e la retribuzione».