Corriere della Sera - Monica Guerzoni

Brunetta: "Draghi al Quirinale? La scelta spetta ai partiti. No alle elezioni anticipate"

20 dicembre 2021

"No alla crisi di governo, sì alla continuità. No ai tamponi obbligatori per i vaccinati, sì ai controlli e all’estensione del green pass rafforzato". Per Renato Brunetta la chiave è la responsabilità, sia sulla lotta al virus, sia sul rebus Quirinale. "In questi mesi l’Italia ha riscattato la sua immagine a livello europeo e internazionale — premette il ministro per la Pubblica amministrazione. Stabilità, credibilità e affidabilità sono gli stessi valori che devono guidare i partiti nella scelta del prossimo presidente della Repubblica".
 
Draghi si candiderà? O è meglio che resti a Palazzo Chigi e che i partiti implorino Mattarella per il bis?
 
"Alla presidenza della Repubblica non ci si candida. Tocca ai partiti confermare la loro responsabilità, anche sul Quirinale. Ciò di cui l’Italia ha bisogno è non avere elezioni anticipate. E su questo non ho dubbi".
 
Se Draghi viene eletto al Colle, non si rischia il voto?
 
"No. Sarebbe una contraddizione in termini. Servono continuità e coesione per la massima performance del governo. E siccome sono stati i partiti all’inizio del 2021 a scegliere di sostenere Draghi, la palla passa ai gruppi parlamentari, che dovranno decidere se avere ancora a cuore il bene dell’Italia".
 
Meglio Draghi 7 anni al Colle, che un altro anno a Palazzo Chigi?
 
"Questi mesi di governo, di cui siamo fieri e orgogliosi, sono merito, oltre che di Draghi, della leale collaborazione dei partiti e di tutti i livelli istituzionali. Io sono per finire la legislatura, arrivare al 2023 è il minimo sindacale. Il principio alla base di questo governo di unità nazionale è la coesione e servono le scelte politiche più in grado di realizzarla".
 
Lei come ministro anziano potrebbe essere premier reggente...
 
"Io a suo tempo proposi Draghi al Colle con una formula semi-presidenzialista, ma alcuni costituzionalisti levarono gli scudi. Puristi a corrente alternata, che non si preoccupano se il bicameralismo perfetto va a farsi benedire, come in queste ore. La legge di Bilancio sarà approvata dal Senato, la Camera non toccherà palla. E siamo anche in ritardo nella sua approvazione".
 
Teme il caos anche sul voto per il Quirinale?
 
"No, la legge di bilancio è il luogo della composizione degli interessi. La decisione sul Capo dello Stato invece non può essere di parte".
 
Salvini stoppa le ambizioni quirinalizie di Draghi?
 
"Le posizioni cambiano tutti i giorni, ma io sono ottimista. Gli stessi, tanto criticati partiti che hanno scelto Draghi a febbraio, hanno portato l’Italia alla crescita del 6,3%, al più alto tasso di vaccinazione e a centrare i 51 obiettivi del Pnrr. Sono certo che sapranno riprodurre il metodo dell’unità nazionale per il Quirinale, al di là delle loro dichiarazioni di giornata".
 
Con quali misure pensate di mantenere il vantaggio dell’Italia rispetto alla variante Omicron?
 
"Siamo in vantaggio grazie alla strategia di vaccinazione di Draghi e Figliuolo, un modello nel mondo. E grazie alla scelta del green pass, che ci ha consentito di tenere aperte le attività economiche. Ora dobbiamo far tesoro delle esperienze di quei Paesi che hanno una situazione peggiore a causa di Omicron. Ma dobbiamo anche dirci che da noi è la variante Delta ad essere ancora largamente dominante".
 
Quindi qual è la strategia?
 
"La riflessione che dobbiamo fare è sui sentieri già tracciati, green pass base e green pass rafforzato. Non c’è nulla da inventare, al momento".
 
Ridurrete ancora la durata del green pass?
 
"Guardando le statistiche e avendo provato su me stesso come la protezione dal virus cominci a calare a 5 o 6  mesi dalla seconda dose, riterrei opportuno fare bene i conti e valutare una riduzione di validità del green pass, magari a 5-6 mesi".
 
Imporrete il tampone ai vaccinati per le feste di Capodanno?
 
"Penso sia meglio concentrare gli sforzi su quanto è stato già deciso. Siccome il rischio di falso negativo per i tamponi rapidi è alto, non cambierei nulla e rafforzerei invece i controlli del super green per entrare nei luoghi al chiuso come ristoranti, stadi, cinema e teatri".
 
Niente obbligo di tampone, nemmeno per andare a ballare?
 
"Perché confondere le idee a chi si è già vaccinato? Nelle sedi istituzionali dirò che, invece di aggiungere il tampone, che avrebbe risultati marginali, applicherei seriamente il green pass rafforzando i controlli".
 
È favorevole a estendere il green pass rafforzato?
 
"Assolutamente sì, è una grande conquista e dobbiamo ragionare su come estenderla ai trasporti e ad altre categorie. Io applicherei il green pass rafforzato a tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato. Vorrebbe dire l’obbligo vaccinale per 23 milioni di lavoratori pubblici, privati e autonomi, obbligo per il quale il sindacato si era detto favorevole".
 
Perché non imporre l’obbligo per tutti gli italiani?
 
"È l’arma finale, da lasciare sempre come ultima ratio".
 
Farete un decreto sul ritorno in smart working?
 
"È finito il tempo delle decisioni d’autorità, del “tutti a casa", ed è finito il tempo dello smart working emergenziale. Il ritorno in presenza dei lavoratori pubblici non ha prodotto problemi organizzativi, né di sicurezza sanitaria. E se in futuro ce ne sarà la necessità, le 32mila amministrazioni pubbliche hanno gli strumenti di legge e organizzativi per fare tutto il lavoro agile che vorranno. Ma non ce ne sarà bisogno".
 
Come fa a dirlo?
 
"L’economia rimarrà aperta, in un Paese sicuro. È il nostro modello vincente".