Quotidiano nazionale - Claudia Marin

Zangrillo, competenza e merito la nostra stella polare

9 gennaio 2023

Il ministro della Pa: per le nuove nomine valuteremo la competenza «Il nostro è un approccio pratico, faremo tesoro di ciò che funziona Il governo deve avere tutti gli strumenti per realizzare il programma» 

Entro il mese diventerà realtà lo spoils system. Quale sarà il criterio guida nelle conferme e nelle nuove nomine ai vertici di ministeri e agenzie?

«Spesso la tentazione, quando si vincono le elezioni, è di cambiare tutto quello che è stato fatto in precedenza avvisa Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione -. Quando mi sono insediato al Dipartimento, una delle prime cose che ho potuto apprezzare è stato proprio il lavoro fatto dal mio predecessore: quindi il mio è un approccio pratico e non certamente ideologico, su questo tema. È così che credo si debba procedere: valutare le risorse, i progetti, le competenze a disposizione e fare tesoro di ciò che funziona».

Ma anche cambiare ciò che si ritiene che non funzioni?

«Certo. Nello stesso tempo, infatti, bisogna anche avere strumenti a disposizione per poter intervenire con i cambiamenti che si ritengono utili o necessari. Questo è l'obiettivo e le scelte verranno compiute in base a capacità e merito, per mettere le persone migliori nei ruoli chiave dello Stato. Vogliamo mettere le eccellenze di cui disponiamo a disposizione del Paese: il ricambio periodico dei vertici è salutare e, quindi, auspicabile in qualunque organizzazione».

La premier Meloni ha annunciato la riforma della legge Bassanini: l'obiettivo è restituire alla politica il potere di decidere che oggi è, invece, nelle mani dei dirigenti. Come intendete muovervi?

«Non è soltanto una questione di poteri o competenze. Quello che dobbiamo tenere al primo posto è la capacità di far funzionare al meglio tutte le articolazioni della Pubblica amministrazione. Per farlo anche la politica, che ha il diritto e il dovere di condurre la strategia di governo, deve poter contare sulle risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi e gli impegni presi con i propri elettori. Gli italiani ci chiedono di riportare il Paese sui binari della crescita e dello sviluppo ed è su questo che orienteremo le nostre scelte in tutti i campi, anche sulle riforme da realizzare e le persone con cui attuarle».

Più in generale, come pensate di cambiare le regole per l'alta dirigenza, accusata spesso di frenare le decisioni?

«lo non credo esistano dirigenti che bloccano le opere o che ostacolano gli appalti, è bene precisarlo. Quello che dobbiamo fare è lavorare sulle responsabilità, e sul dovere di assolverle, misurando le performance e premiando i risultati, così da puntare davvero sul merito e da spazzare via qualunque tipo di alibi faccia da freno alle decisioni. È un percorso che tocca più aspetti della classe dirigente che vogliamo alla guida della pubblica amministrazione che passa dal reclutamento, alla formazione».

Lo stesso Mario Draghi ha parlato più volte di paura della firma come sindrome che blocca le scelte. Come ridurla?

«Per promuovere lo sviluppo e la modernizzazione del Paese bisogna muoversi nel migliore dei modi e velocemente. Per disarcionare la cosiddetta burocrazia difensiva, i dipendenti pubblici devono essere messi nelle condizioni di farlo e per questo, d'accordo con l'Anci, ho avviato una interlocuzione con tutti i soggetti competenti per far sì che gli amministratori dispongano delle tutele necessarie per svolgere il proprio lavoro senza il timore di procedimenti giudiziari che, spesso finiscono per non avere rilevanza o responsabilità giuridiche, le statistiche degli ultimi anni lo dimostrano, ma che incidono enormemente nella gestione delle attività e dei servizi pubblici».

Uno dei reati di cui i dirigenti e amministratori hanno più timore è l'abuso d'ufficio. Sarà eliminato?

«Per come è ora formulato, il reato di abuso d'ufficio rischia di rallentare la Pubblica amministrazione, se non addirittura di paralizzarla. La norma va rivista, bisogna apportare modifiche per migliorarla e creare le condizioni per attribuire le responsabilità dove ci sono e nel contempo permettere a sindaci, amministratori e a tutti coloro che esercitano atti di responsabilità di poter compiere le scelte necessarie in piena serenità».

È stato approvato il nuovo codice degli appalti: sarà sufficiente a sbloccare opere e cantieri o serve altro?

«Un contributo importante lo darà senz'altro, perché prevede molte novità positive che puntano a rendere le procedure più snelle ed efficaci, anche incrementando la partnership tra pubblico e privato, per far correre il Paese. Era necessario imprimere una nuova velocità, dall'assegnazione alla realizzazione delle opere».

In definitiva, riusciremo a non perdere le risorse del Pnrr?

«Lo abbiamo dimostrato centrando tutti gli obiettivi e i target del 2022 nei tempi previsti. Il Pnrr è una straordinaria opportunità per far ripartire l'Italia, una occasione unica che il governo non intende certo farsi sfuggire. La cabina di regia sta monitorando e coordinando tutti i progetti del Pnnr per un lavoro ordinato e puntale. Il governo sta compiendo ogni sforzo necessario per mettere a terra le tante idee che sono state progettate trasformandole in realtà».

E sui territori quale è lo stato dell'arte?

«Molti progetti del Pnnr sono di interesse territoriale. Sono consapevole anche che la maggior parte dei servizi e delle azioni delle pubbliche amministrazioni partono dalle amministrazioni locali. Per questo ho avviato un percorso di ascolto con i territori, «Facciamo semplice l'Italia», che da Perugia toccherà un po' tutte le realtà territoriali per affrontare le criticità e dare pieno supporto nella realizzazione dei progetti del Pnnr».