La Stampa - Giuliano Balestreri

«Più fondi e più assunti ai Comuni»

7 aprile 2023

«Più forza agli enti territoriali» per migliorare il rapporto tra i cittadini e la pubblica amministrazione «che ha a che fare con gran parte della nostra vita quotidiana». Come confermano i 20 milioni di euro destinati dal Consiglio dei ministri di ieri ai piccoli comuni «per assumere segretari» racconta il genovese Paolo Zangrillo, classe 1961, ministro della Pa del governo Meloni.

A Cernobbio il ministro Giorgetti ha detto «valutiamo una misura per migliorare la Pa». Questo decreto è la risposta?

«La verità è che gran parte della nostra vita quotidiana ha a che fare con la pubblica amministrazione. Dalle procedure di autorizzazione o avvio delle imprese, passando per l'accesso ai benefici, penso ai mutui per i giovani o ai voucher per la connettività, tutto passa almeno per un ufficio pubblico. Con il provvedimento di ieri soddisfiamo le esigenze di molte pubbliche amministrazioni attraverso il rafforzamento della loro capacità amministrativa, stabilizzazioni di personale a tempo determinato e risorse agli enti locali per garantire servizi migliori».

Quasi tremila assunzioni per potenziare la Pa. Potenzieranno la macchina centrale o gli enti locali?

«Si tratta di circa tremila assunzioni straordinarie, oltre alle quasi 157 mila già previste dal turn over. Un migliaio riguarda gli enti centrali, poi ci sono quelle per il comparto sicurezza e difesa, ma si punta anche a rafforzare gli enti territoriali offrendo loro la possibilità di assumere a tempo indeterminato chi fino ad oggi è stato impiegato con contratti a tempo. Per i piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti c'è anche la possibilità di assumere segretari comunali con fondi ad hoc, pari a 20 milioni di euro, da qui ai prossimi 4 anni».

Cosa serve alla Pa italiana per diventare efficiente come negli altri Paesi europei?

«Guardi, io non credo al detto secondo cui il giardino del vicino è sempre più verde. Per quanto riguarda la Pa italiana, posso confermare che stiamo mettendo in campo misure importanti per rimpinguare gli organici con risorse fresche, portatrici di innovazione e con competenze più adeguate ai tempi in cui viviamo. Servono persone, ma quelle giuste, che abbiano voglia di crescere e che ci aiutino a migliorare la nostra organizzazione. In passato si è pensato alla Pa come a un contenitore, una garanzia del posto fisso; oggi vorrei che fosse considerata una vera organizzazione. C'è poi un tema retributivo: abbiamo compiuto un primo passo introducendo una norma che equipara il trattamento accessorio tra le varie amministrazioni centrali, così da renderlo omogeneo ed evitare squilibri».

Tuttavia, si indica sempre la burocrazia come uno dei colli di bottiglia che frenano gli investimenti esteri e penalizzano la produttività.

«Il Paese ha bisogno di investimenti, di cantieri e di imprese che aprono e che possono affrontare le sfide del mercato, senza adempimenti e controlli a pioggia. È anche per questo che nella legge della concorrenza è prevista già entro l'estate l'adozione di un primo decreto che disciplini i controlli sulle imprese: è in questo modo che intendiamo suggellare una nuova alleanza tra Stato e privati. C'è poi il tema dei procedimenti amministrativi, delle autorizzazioni, dei documenti da presentare e così via. Su questo, anche grazie ai fondi Pnrr, stiamo procedendo con la semplificazione e la digitalizzazione di oltre 600 procedure».

L'Italia è seconda solo alla Spagna nel raggiungimento degli obiettivi del Pnrr, ma il problema è nella messa a terra dei progetti.

«Vi è stato sicuramente un ritardo nel rafforzamento della capacità delle amministrazioni, in particolare quelle locali. Anche per questo abbiamo inteso rivedere una serie di aspetti con il decreto legge Pnrr-ter all'esame delle Camere in queste settimane. C'è poi un aspetto che credo sia fisiologico: il Pnrr ha vissuto una fase di avvio, con obiettivi più immediati e di startup, i cui target sono stati rispettati; e una seconda fase, quella odierna, di messa a terra dei tanti progetti, con obiettivi molto sfidanti e, quindi, con target oggettivamente molto complessi da rispettare. Ma non perderemo l'occasione del Piano, una opportunità straordinaria di investimenti, di riforme e di sviluppo. Lo posso assicurare».

Dove deve migliore la Pa?

«Credo che lo sforzo maggiore da compiere sia quello di mettere gli enti territoriali, e in particolare i comuni, nelle condizioni di operare al meglio. Sono loro il primo presidio pubblico sui territori ed è per questo che nei loro confronti il mio interesse si fa più attento. Se dovessi pensare a una pubblica amministrazione che mi ha colpito in modo particolarmente favorevole direi l'Ufficio per la ricostruzione del sisma in Abruzzo. Si tratta di un contingente altamente preparato: è un esempio della pubblica amministrazione che ho in mente, con grandissime professionalità e competenze».