Il Centro - Luca Tomassoni

Ecco il piano di Zangrillo: «Rilanciamo l'Abruzzo»

6 febbraio 2023

Un esercito di amministratori, funzionari e tecnici è in prima linea sul fronte della ricostruzione post-sisma (da accelerare e completare) e su quello del Pnrr (opportunità da non sprecare). Tra le difficoltà, con l'obiettivo di rilanciare l'Abruzzo, fermando lo spopolamento delle aree interne. E oggi il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo sarà all'Aquila per fare il punto e confrontarsi con loro e con il territorio. Alla vigilia della sua visita, il ministro ha risposto alle domande del Centro. 
Il Pnrr prevede l'introduzione di semplificazioni amministrative in diversi ambiti. Quali novità arriveranno con il nuovo decreto? Quanto è importante intervenire su questo fronte?
«Il rilancio del Paese passa anche da una attenta revisione delle procedure che complicano la vita, fanno perdere tempo e rappresentano un costo per cittadini e imprese. In molti casi gli adempimenti si sono stratificati in modo disordinato e causano ostacoli che alle volte appaiono insormontabili. La cattiva burocrazia va eliminata e, a questo scopo, ho subito avviato un confronto con i ministeri competenti, le associazioni di categoria e gli enti locali. Dobbiamo rispettare i tempi del Pnrr, che richiede la semplificazione entro il 2026 di 600 procedure. Stiamo già aggredendo le prime intervenendo su autorizzazioni, modulistica e perentorietà dei termini con l'obiettivo di standardizzare l'avvio delle attività artigiane. Chi applica le procedure amministrative sono spesso gli enti territoriali e il loro ascolto, la disponibilità a comprendere quali sono le difficoltà attuali, ci consente di orientare in modo corretto il processo di semplificazione. Per questo motivo, lo scorso 9 gennaio a Perugia ho avviato "Facciamo semplice l'Italia. PArola ai territori", un percorso di confronto con le grandi e le piccole realtà territoriali che ora mi porta a L'Aquila».
Le pubbliche amministrazioni in generale lamentano spesso carenza di personale, anche nella nostra regione. E l'opportunità del Pnrr ha portato con sé una ulteriore necessità: quella di tecnici e funzionari per portare avanti i progetti e le pratiche nei tempi stretti fissati dal Piano. Cosa si sta facendo al riguardo? E quali sono gli obiettivi futuri per il potenziamento della macchina amministrativa?
«Un primo risultato è già stato raggiunto con l'assunzione di circa mille esperti, impegnati per tre anni a supporto delle amministrazioni locali, ma non mi accontento. I miei uffici e quelli del ministro Fitto sono al lavoro per rafforzare la capacità amministrativa e progettuale degli enti nell'attuazione del Pnrr, che a questo scopo stanzia circa 350 milioni di euro. Il 70% dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, del resto, impatta sulle realtà territoriali. Tra le prime sollecitazioni ricevute in questi mesi c'è quella dei segretari comunali: per far fronte all'esigenza di questa figura professionale, in manovra abbiamo previsto la possibilità per i Comuni con meno di 5mila abitanti dì assumerli utilizzando il fondo Pnrr da 30 milioni per il rafforzamento della capacità amministrativa. Per quanto riguarda le assunzioni in generale, la Legge di Bilancio approvata a fine anno prevede qualche migliaio di ingressi, che si sommano al turn over ordinario già previsto di 156.400 unità: mille per la polizia penitenziaria entro il 2026, ad esempio, 800 per il ministero di Giustizia, 520 per gli Esteri, 300 per l'Agricoltura. A fine novembre ho inoltre firmato un decreto per l'avvio del reclutamento di oltre 11mila unità di forze di polizia e di vigili del fuoco. Sono consapevole che i numeri non sono tutto, che occorre individuare le competenze che mancano e, accanto alle nuove assunzioni, elaborare un piano di formazione per il personale in servizio, ma l'impegno è massimo».
In Abruzzo, inoltre, si aggiunge il tema del personale tecnico necessario per la ricostruzione, sia per il terremoto dell'Aquila sia per quello del Centro Italia. Nei giorni scorsi lei, ministro, ha annunciato ulteriori stabilizzazioni. Cosa c'è ancora da fare per dare l'impulso definitivo alla ricostruzione?
«La giornata in Abruzzo rappresenta un ulteriore segnale di attenzione al personale impegnato nelle operazioni di ricostruzione post-sisma, a cui l'ultima Legge di Bilancio dedica una misura specifica. Per aiutare le comunità locali ad uscire dall'emergenza, al personale tecnico degli enti del cratere viene infatti assicurata una prospettiva certa nell'amministrazione di riferimento. Si tratta dell'ampliamento della prima stabilizzazione che aveva riguardato 499 dipendenti, a cui ora se ne aggiungono altri 300 circa, indispensabile per garantire alle amministrazioni comunali e ai cittadini certezze nella capacità di assolvere alle complesse procedure per la ricostruzione pubblica e privata. Qualche passo in avanti è stato fatto, anche se mi rendo conto che si debba fare ancora di più: il personale tecnico degli enti del cratere deve disporre degli strumenti necessari ad assolvere le complesse procedure relative alla ricostruzione in tempi ragionevoli e su questo ci intendiamo impegnare».
Uno dei temi cruciali nella nostra regione è quello del contrasto allo spopolamento delle aree interne, soprattutto dei paesi montani. Cosa può fare il suo ministero in questa battaglia? Secondo lei che ruolo possono giocare in tal senso la digitalizzazione della pubblica amministrazione e il ricorso allo smart working da parte dei lavoratori?
«Lo smartworking ha dimostrato di essere uno strumento di lavoro importante anche nella pubblica amministrazione. Se lo scorso anno i dipendenti in lavoro agile sono stati 570mila, si stima che quest'anno cresceranno fino a 680mila. Perché funzioni davvero occorre però garantire a cittadini e imprese la qualità dei servizi, puntando sulla responsabilità dei risultati e sulla loro misurazione. Una rivoluzione culturale che, se attuata concretamente, potrebbe dare benefici anche allo sviluppo delle aree interne del nostro Paese, purché siano dotate di adeguate infrastrutture digitali».
All'Aquila è prevista la nascita di una nuova Scuola nazionale di formazione tecnica per la pubblica amministrazione. Se ne parla da anni, è stato anche firmato un protocollo d'intesa poco prima del suo insediamento al ministero. A che punto siamo? E che cosa può rappresentare per L'Aquila e l'Abruzzo un presidio di questo genere?
«Il restauro e la messa in sicurezza dell'ex centro congressi al monastero di San Basilio è ormai in via di ultimazione. L'edificio, che intendo visitare con il rettore dell'Università dell'Aquila Edoardo Alesse e il vicepresidente della Scuola nazionale dell'amministrazione, Remo Morzenti Pellegrini, è destinato ad ospitare i corsi per le professionalità legate alla gestione dell'emergenza e della ricostruzione. Ormai manca davvero poco alla partenza dei primi corsi del centro di alta formazione tecnica della pubblica amministrazione. Un nuovo hub formativo, catalizzatore delle facoltà tecniche delle università del Centro Italia. Un altro segno tangibile della rinascita di questo territorio, che ha dimostrato ancora una volta di sapersi rialzare in piedi».