“Smart working emergenziale. L’impatto su alcuni istituti contrattuali”. Le principali questioni interpretative affrontate dal Dipartimento nella fase acuta dell’emergenza epidemiologica

30 dicembre 2021

A partire da marzo 2020, a seguito dell’espandersi dell’emergenza sanitaria, e fino al Dpcm del 23 settembre 2021, il lavoro agile, superato il regime sperimentale previsto dalla legge 22 maggio 2017, n. 81, è diventato, in virtù dell’articolo 87, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, una modalità di lavoro ordinaria estesa, come misura di distanziamento sociale, al maggior numero possibile di dipendenti, anche in deroga alle discipline vigenti.

Pertanto, durante le fasi più acute della pandemia, il massiccio utilizzo delle formule del lavoro agile, fino a quel momento marginali, ha determinato non pochi dubbi interpretativi in relazione all’applicazione di alcuni istituti, disciplinati sia normativamente sia contrattualmente e concepiti originariamente nell’ambito di un rapporto di lavoro svolto essenzialmente in presenza.

Il presente documento è quindi finalizzato a sintetizzare le principali questioni interpretative affrontate dal Dipartimento, soprattutto nella prima fase acuta dell’emergenza epidemiologica.