Osservazioni sulle tabelle - 29 febbraio 2016

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Alcune osservazioni sulle tabelle

Dalle risultanze del Censimento al 31 dicembre 2015 è emerso - come rilevato al momento della pubblicazione dei dati all’inizio del mese di febbraio 2016 - che le Amministrazioni centrali, in adempimento delle prescrizioni del D.P.C.M. 25 settembre 2014, hanno significativamente ridotto le autovetture di servizio.

La quasi totalità delle amministrazioni centrali ha un parco auto in uso esclusivo o non esclusivo, con autista, pari o inferiore a 5 autovetture. Nei casi in cui il numero delle auto disponibili risulta ancora superiore a quello previsto dalla normativa, deve considerarsi l’esistenza di contratti di noleggio e leasing, che proseguono fino alla loro naturale scadenza. E’ il caso del Ministero dell’economia e delle finanze che, nel corso del 2015, ha continuato ad utilizzare 12 autovetture in forza di un contratto di noleggio in essere.

Deve, altresì, evidenziarsi il dato fornito dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che ha dichiarato un totale complessivo di autovetture a disposizione di uffici/servizi senza autista ben superiore alla media degli altri ministeri. Il MIT, infatti, in attuazione del decreto legislativo luogotenenziale del 7 novembre 1944, n. 436, tuttora in vigore, gestisce il Servizio Automobilistico delle Amministrazioni Centrali - fatta eccezione per i Ministeri dell’Interno, della Difesa e per la Presidenza del Consiglio dei Ministri - assegnando in uso esclusivo alle Alte Cariche dello Stato, individuate espressamente con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, le autovetture necessarie allo svolgimento dei compiti istituzionali.

Sono escluse dalle riduzioni e dalla rilevazione le autovetture destinate agli spostamenti di persone sottoposte a misure di protezione e quelle impiegate per i compiti operativi dei Corpi di Polizia, compresa la Polizia penitenziaria.

Raffronto 2014-2015

E’ possibile fare un raffronto tra i dati della rilevazione delle autovetture di servizio operata nel 2014, quella del 2015 e quella alla data del 29 febbraio 2016.

Deve premettersi che i criteri di rilevazione utilizzati tra l’annualità 2014 e il 2015-2016 sono solo parzialmente coincidenti, in quanto fanno riferimento a disposizioni normative diverse. La rilevazione 2014 era, infatti, basata sul D.P.C.M. 3 agosto 2011, meno stringente dell’attuale decreto 25 settembre 2014, che lo ha abrogato. Inoltre, qualche differenza ancora sussiste in relazione alla percentuale di rispondenti, che nel 2014 era pari a circa il 95% per le amministrazioni centrali dello Stato, le ASL, le Regioni, le Province e i Comuni capoluogo, e intorno al 60% per Comuni minori, le Camere di commercio e le Università.

Pur considerando, quindi, che in alcuni settori la percentuale di risposta al Censimento 2015 non è ancora completa (la percentuale più bassa la presentano i comuni non capoluogo, al 34%, molti dei quali, però, secondo i dati del 2014, non possiedono autovetture o ne hanno una sola), per tutti si registra una forte diminuzione del numero delle autovetture utilizzate dalle amministrazioni: complessivamente, il parco auto delle pubbliche amministrazioni al 31 dicembre 2015 risultava ridotto a circa un terzo di quello del 2014, con meno di 22.000 autovetture a fronte delle 66.600 dell’anno precedente. Secondo i dati acquisiti al 29 febbraio, con una maggiore percentuale di rispondenti rispetto al 31 dicembre 2015, le autovetture sono poco più di 23.000.

Dalla tabella di raffronto possono trarsi alcuni dati di  interesse.

Le amministrazioni centrali dello Stato, dalle complessive 567 autovetture risultanti nel 2014 (il dato è depurato delle autovetture del Ministero della difesa e del Ministero della giustizia adibite ai servizi operativi della difesa e della sicurezza militare e ai servizi di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica), passano a 274 al 31 dicembre 2015, con un dimezzamento delle autovetture a disposizione (dato rilevato sul 100% delle amministrazioni rispondenti). Più che dimezzate risultano anche le autovetture delle regioni e province autonome (da quasi 2.900 a meno di 1.300), che presentano, altresì, una percentuale di rispondenti prossima al 100%. Le province e città metropolitane, che nel 2014 denunciavano oltre 4000 autovetture, sono scese a circa 1.400 al 29 febbraio 2016; la sanità regionale e i comuni hanno ridotto complessivamente di oltre la metà il loro parco auto. Riguardo, in particolare, al dato di comuni e province, si evidenzia che nel corso del mese di febbraio ci sono stati 22 nuovi inserimenti di Comuni capoluogo (per 628 auto in più) e 11 nuovi inserimenti di province (174 auto in più).