Mobilità

La mobilità, insieme agli interventi in materia di reclutamento e di dotazioni organiche, è una delle leve principali su cui agire per governare in modo efficace le politiche di gestione del personale nelle pubbliche amministrazioni.

Per la maggioranza dei pubblici dipendenti, i cui rapporti di lavoro sono stati "contrattualizzati", la materia della mobilità è regolata, oltre che dalla legge, dalla contrattazione collettiva, in quanto si tratta di un istituto del rapporto di lavoro.

In particolare:

  • le procedure e i criteri generali per l’attuazione della mobilità volontaria;
  • le procedure e i criteri generali per la gestione delle eccedenze di personale;
  • lo stanziamento di fondi per la riqualificazione del personale trasferito.

Le tipologie di mobilità dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni possono essere distinte a seconda che si attuino all'interno della stessa amministrazione (mobilità interna) o da un'amministrazione all'altra (mobilità esterna).

Nel primo caso, si parla di mobilità in senso improprio, in quanto il dipendente non cambia datore di lavoro e si verifica soltanto una modifica nella sede di lavoro.

Nel secondo caso, si realizza, invece, un cambiamento del datore di lavoro, con il conseguente inserimento nel ruolo di un'amministrazione differente.

Nell'ambito della mobilità esterna, le varie forme possono distinguersi a seconda del loro presupposto.

Il Dipartimento della funzione pubblica ha il compito di preparare ed elaborare gli atti regolamentari e di indirizzo alle amministrazioni pubbliche in materia di mobilità e di adottare i provvedimenti relativi alle eccedenze del personale delle Amministrazioni dello Stato e degli Enti pubblici nazionali.

Il Dipartimento, inoltre, svolge un'azione di assistenza e consulenza alle amministrazioni nell'applicazione degli istituti per l'utilizzo e la gestione del personale e nell'attuazione dei processi di mobilità connessi ai processi di privatizzazione, soppressione e riordino di amministrazioni ed enti pubblici.