Conferenza dei servizi

14 luglio 2016

La riforma della Conferenza dei servizi consentirà decisioni più rapide con riunioni telematiche e/o fisiche ma con tempi certi e programmati. Le amministrazioni non potranno più bloccarsi a vicenda e si deciderà al massimo entro 5 mesi.

E’ quanto previsto dal decreto sulla conferenza dei servizi attuativo dell’art. 2 della legge delega di riforma della pubblica amministrazione, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri del 20 gennaio 2016 e in via definitiva dal Consiglio dei ministri del 15 giugno 2016, dopo aver raccolto i pareri favorevoli delle Commissioni parlamentari, del Consiglio di Stato e della Conferenza Unificata. Due i binari attivabili per i quali scatta in ogni caso il silenzio-assenso delle amministrazioni che non si sono espresse: la conferenza rapida o semplificata, convocata entro 30 giorni dall’inizio del procedimento, decide in 45 giorni; la conferenza simultanea con riunione anche telematica si svolge solo per decisione complesse o quando non si è deciso nella conferenza rapida e decide in 45 giorni. Le amministrazioni dello Stato, Regioni e comuni parlano con una sola voce attraverso un rappresentante unico. Se la decisione non è unanime entro 10 giorni si può esprimere dissenso e in assenza di una ricomposizione delle parti decide il consiglio dei ministri. In caso contrario c’è il silenzio-rigetto. E' stata prevista in conferenza la facoltà di intervento dei privati destinatari della comunicazione di avvio del procedimento. Nei casi di conferenza simultanea sincrona che coinvolgono amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini il termine per la conclusione della conferenza è elevato a 90 giorni.