Indennità infermieri, sei punti per fare chiarezza

17 dicembre 2021

Il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha ricostruito oggi in sei punti la vicenda relativa all’indennità di specificità per gli infermieri, che era stata già oggetto della sua risposta al Question Time alla Camera di mercoledì scorso:

"1) è stato il Governo Conte 2, meritoriamente, a istituire con la legge di bilancio per il 2021 (articolo 1, commi 409 e 414 della legge 178/2020) l’indennità di specificità per gli infermieri (335 milioni stanziati) e per gli altri profili sanitari e sociosanitari (100 milioni stanziati), finalizzata al riconoscimento e alla valorizzazione delle competenze e delle attività svolte a tutela della salute, che durante la pandemia si sono rivelate in tutta la loro fondamentale importanza;
2) questa indennità è parte integrante del trattamento fondamentale degli infermieri e degli altri profili e decorre dal 1° gennaio 2021;
3) è stata sempre la legge di bilancio 2021 del Governo Conte 2 a prevedere esplicitamente che le nuove indennità per gli infermieri e per gli altri profili sanitari e sociosanitari debbano essere definite nei contratti collettivi nazionali di lavoro, proprio perché si tratta di voci retributive di nuova istituzione, non disciplinate negli attuali contratti del comparto sanità, che dunque necessitano di regole di dettaglio perché le aziende sanitarie possano erogarle; 
4) la scelta del legislatore di demandare la disciplina delle nuove indennità alla contrattazione collettiva appare pienamente coerente con le regole del pubblico impiego, secondo cui la disciplina del trattamento economico è di esclusiva competenza dei contratti collettivi di lavoro. Da un punto di vista più generale, inoltre, questa scelta del legislatore dimostra anche un’attenzione nei confronti dell’autonomia della contrattazione collettiva e dei soggetti che vi operano (Aran e sindacati rappresentativi);
5) sono stato io, appena nominato ministro per la Pubblica amministrazione, a promuovere il 10 marzo la firma del Patto Governo-sindacati per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale e ad aprire la stagione dei rinnovi contrattuali, proprio per consentire ai “volti della Repubblica”, il cui ruolo durante l’emergenza sanitaria è stato vitale, di ottenere il giusto riconoscimento;
6) appena arrivato l’atto di indirizzo dalle Regioni, sono stati avviati all’Aran i tavoli per i rinnovi contrattuali del comparto sanità: durante le riunioni, sono stati già forniti dall’Aran i dati di base per definire i nuovi trattamenti economici e le trattative proseguiranno in modo serrato nelle prossime settimane per arrivare, nel più breve tempo possibile e con l’impegno di tutte le parti coinvolte, alla sottoscrizione del nuovo contratto, che consentirà di riconoscere non solo le nuove indennità per il personale sanitario e socio sanitario comprensive di arretrati (in media, quasi 900 euro all’anno per il solo personale infermieristico), ma anche gli incrementi dello stipendio e di tutte le altre voci della busta paga di cui beneficerà tutto il personale del comparto (quasi il 5% su base annua, che si aggiungono alle risorse previste per le due indennità)". 

Le risorse ci sono - ha concluso il ministro -, i contratti sono in via di definizione e sono indispensabili perché, a differenza dell’indennità di esclusività dei medici, si tratta di nuove indennità che entrano nel trattamento fondamentale degli infermieri e degli altri profili. Invece di fare polemiche sterili, i sindacati pensino a impegnarsi nella trattativa. Dall’Aran ci informano che già martedì 21 dicembre è prevista una nuova riunione e che i tempi saranno serrati. Con la collaborazione costruttiva di tutti, sarà possibile chiudere il contratto già all’inizio del prossimo anno. Con decorrenza dell’indennità dal 1° gennaio 2021”.