Il Sole 24 Ore - Gianni Trovati

Infrastrutture, corsia rapida con il silenzio assenso rafforzato

9 maggio 2021

Un silenzio-assenso rafforzato e certificato, esteso ai settori dove fin qui ha fatto fatica ad affermarsi come le infrastrutture e i beni culturali. Tempi contingentati anche nel passaggio delle pratiche fra le amministrazioni, con una nuova blindatura del calendario per i pareri in conferenza dei servizi. Un taglio drastico alla ricca biblioteca di documenti di programmazione negli enti pubblici, che a breve saranno riuniti in un «Piano unico» su organizzazione, performance, valutazione, lavoro agile e transizione digitale. E, soprattutto, il tentativo di cambiare davvero passo mettendo a sistema le tante «transizioni digitali» che fin qui le Pa hanno portato avanti in ordine sparso. Perché solo così si può realizzare il principio tanto celebrato quanto inattuato del «once only», in virtù del quale un’amministrazione che aiuta e non ostacola non chiede a imprese e cittadini dati e informazioni di cui è già in possesso. E solo così, più in sintesi, si può attuare il Recovery Plan.

TEMPI CERTI 
Il decreto legge sulle semplificazioni è nel Pnrr la prima «pietra miliare», come le regole Ue definiscono gli impegni concordati fra gli Stati e la commissione. Nel cronoprogramma italiano il governo lo ha promesso entro il 20 maggio. Tempi e menù del decreto misurano l’ambizione della prima prova sul campo del fitto piano di riforme scritto dal governo Draghi.
«Questa volta semplicemente non possiamo permetterci di mancare il bersaglio – ragiona con Il Sole 24 Ore il ministro per la Pa Renato Brunetta – ma stiamo già dando prova di saper realizzare grandi cambiamenti. Avete presente il piano vaccinale del generale Figliuolo? Il caos di inizio anno e quel che invece sta succedendo ora? Siamo passati da 4,6 milioni di vaccinati il 2 marzo a 22,1 milioni il 6 maggio. Entro settembre vedremo vaccinato l’80% della popolazione. Dalla prenotazione alla comunicazione dell’appuntamento, il percorso è digitale. Ecco, io voglio estendere a tutte le attività della Pa lo stesso modello straordinario di semplificazione, capillarità, digitalizzazione, efficienza, accoglienza e cortesia che i cittadini stanno sperimentando ora. Ciò che adesso appare straordinario diventerà normale».

APPALTI, EDILIZIA E URBANISTICA
Un conto, però, è il terreno inesplorato dei vaccini, altro è quello fin troppo battuto della burocrazia.
«Non siamo all’anno zero – ribatte Brunetta – ma all’ultimo miglio, che come sempre è il più difficile.Per questo appena tornato a Palazzo Vidoni per la mia seconda esperienza ho avviato un lavoro istruttorio certosino per analizzare tutte le norme e i contributi sulle semplificazioni arrivati negli anni». Il risultato atteso in consiglio dei ministri, è «un testo ampio: interveniamo sui tempi dei procedimenti, sull’accelerazione della Via statale e regionale, sugli appalti, sulla semplificazione per la transizione digitale, per l’edilizia e l’urbanistica, per le Zes».

SILENZIO-ASSENSO CERTIFICATO
Tra le misure centrali, «stabiliamo che la Pa, su richiesta dell’interessato, dovrà rilasciare un’attestazione che dimostri l’avvenuta formazione del silenzio-assenso, come da tempo chiedono associazioni imprenditoriali e Ordini. Anche tra amministrazioni, rafforziamo la perentorietà dei termini entro cui si dovranno esprimere i pareri in conferenza dei servizi».
Più che di inventare nuove soluzioni, la partita digitale chiede di organizzare quelle che ci sono. Nell’ottica di Brunetta la sfida «ha qualcosa di analogo al passaggio dal sistema di trasporti in superficie alla metropolitana. Oggi dobbiamo mettere ordine e intelligenza in questo sistema e dotare i cittadini di una mappa con la quale orientarsi facilmente».
In termini pratici?
«Già oggi, con una semplice app in rete, chiunque può verificare se un’automobile è assicurata o no. Dobbiamo collegare questi sistemi con gli strumenti di controllo del traffico e delle soste, di pagamento delle multe, con le contabilità dei Comuni e il recupero dei crediti pubblici. Un discorso analogo vale per le fatture digitali: non basta che la fattura sia scritta su un file invece che su un foglio, il file si deve interfacciare con i software di gestione contabile, di verifica delle prestazioni, di controllo sull’affidabilità delle imprese, tutte informazioni che la Pa ha già ma che fatica a collegare tra loro».
Con queste premesse è possibile arrivare a un livello più avanzato di servizi: «Immagino una Pa che in pochi mesi riesca a salutare la nascita di ogni bambino e di ogni nuova azienda con una “app di benvenuto”: che non solo li informi dei servizi a cui hanno diritto, ma che li accompagni nelle varie tappe del loro ciclo vitale».

L’ALLEANZA CON GLI ENTI LOCALI
Per realizzare queste semplificazioni in qualche caso servono norme, in molti altri «buonsenso e organizzazione». E una forte regia, centrale e territoriale. «Ho appena nominato un Comitato consultivo per la transizione amministrativa: 21 esperti di elevatissimo livello che mi aiuteranno a monitorare la reingegnerizzazione dei processi. E le Regioni avranno a disposizione mille esperti da dislocare, d’intesa con Anci e Upi, ovunque emergano punti critici». Per stringere i bulloni dell’alleanza con gli enti territoriali giovedì in conferenza Unificata arriverà lo schema di nuovo accordo, sulla scia dell’agenda della Semplificazione. Un’intesa necessaria anche per portare avanti l’eliminazione concordata dei «colli di bottiglia», le circa 200 (ma con i monitoraggi ulteriori si potrebbe arrivare a contarne 600) strozzature amministrative che ostacolano la conclusione rapida dei procedimenti amministrativi. In quest’ottica il Pnrr può diventare per Brunetta la leva per una «nuova unità nazionale». Senza la quale l’attuazione rischia di trasformarsi in una sfida impossibile.