Direttiva sulla formazione

Direttiva sulla formazione e la valorizzazione del personale delle pubbliche amministrazioni.

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DIRETTIVA SULLA FORMAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEL

PERSONALE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

A tutti i Ministeri

- Uffici di Gabinetto

- Uffici del personale, dell'organizzazione e della Formazione

Alle aziende ed amministrazioni autonome dello Stato

A tutti gli enti pubblici non economici

Al Consiglio di Stato - Segretariato Generale

Alla Corte dei conti - Segretariato Generale

All'Avvocatura generale dello Stato - Segretariato Generale

Agli organismi di valutazione di cui al d.lgs. 286/99

Agli uffici centrali del bilancio

A tutte le Regioni

A tutte le Province

A tutti i Comuni

Alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione

Al Formez

All'A.I.P.A.

All'A.R.A.N.

e, per conoscenza:

Alla Presidenza della Repubblica - Segretariato generale

Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Segretariato generale

All'A.N.C.I.

All'U.P.I.

All'U.N.C.E.M.

Alla Conferenza dei Rettori delle università italiane

Il Dipartimento della Funzione Pubblica, per fornire indirizzi sulle politiche di

formazione del personale, migliorare la qualità dei processi formativi e responsabilizzare i

dirigenti delle amministrazioni pubbliche sulla necessità di valorizzare le risorse umane e le

risorse finanziarie destinate alla formazione, emana la seguente direttiva.

  1. PREMESSA

La formazione è una dimensione costante e fondamentale del lavoro e uno strumento

essenziale nella gestione delle risorse umane.

Tutte le organizzazioni, per gestire il cambiamento e garantire un'elevata qualità dei

servizi, devono fondarsi sulla conoscenza e sulle competenze. Devono, pertanto, assicurare il

diritto alla formazione permanente, attraverso una pianificazione e una programmazione delle

attività formative che tengano conto anche delle esigenze e delle inclinazioni degli individui.

I processi di riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, la riforma dei ministeri, il

decentramento e il rafforzamento dei livelli locali di governo, l'attuazione del principio di

sussidiarietà e il conseguente nuovo orizzonte delle missioni delle amministrazioni possono

realizzarsi solo attraverso il pieno coinvolgimento del personale e la sua riqualificazione.

L'attivazione di diversi piani strategici, tra cui quello finalizzato alla realizzazione

dell'e-government, sarà possibile soltanto grazie alla formazione delle risorse umane.

Si apre, dunque, una fase di attuazione e gestione delle riforme normative e di attenzione

allo sviluppo delle organizzazioni, che passa attraverso la crescita e la valorizzazione della

professionalità e l'utilizzo ottimale dei fondi comunitari, quelli ordinari nazionali e regionali,

quelli derivanti dai risparmi di spesa e dai processi di esternalizzazione.

Negli ultimi anni vi è stata, da un lato, una limitata crescita sia della spesa per la

formazione sia del numero delle strutture formative, dall'altro una rilevante evoluzione del

sistema e della domanda. Lo confermano i Rapporti annuali sulla formazione, fino ad oggi

elaborati dal Dipartimento della Funzione Pubblica in collaborazione con la Scuola Superiore

della Pubblica Amministrazione e con le altre strutture di formazione. Tale mutamento richiede

un continuo e adeguato indirizzo, coordinamento e monitoraggio delle attività formative.

Questa direttiva, pertanto, richiama e impegna la responsabilità dei dirigenti nella

gestione del personale e delle risorse finanziarie ad essa connesse, l'attenzione degli operatori

alla qualità della formazione, all'efficienza e all'efficacia dei processi formativi.

Ad integrazione della circolare n. 14 del 24 aprile 1995, emanata dal Ministro per la

Funzione Pubblica in materia di formazione del personale delle pubbliche amministrazioni, le

cui linee di fondo risultano ancora attuali e confermate nella loro portata innovativa, si emanano

i seguenti indirizzi, concertati con il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie per le parti

di sua competenza e, in particolare, per le attività legate al piano di e-government.

  1. OBIETTIVI

L'obiettivo primario di questa direttiva è quello di promuovere in tutte le amministrazioni

la realizzazione di un'efficace analisi dei fabbisogni formativi e la programmazione delle

attività formative, per assicurare il diritto individuale alla formazione permanente in coerenza

con gli obiettivi istituzionali delle singole amministrazioni.

La formazione deve coinvolgere tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni

superando i livelli percentuali attuali di investimento sul monte retributivo e garantendo un

numero minimo di ore di formazione per addetto e nel quadro del sistema delle relazioni

sindacali previsto dai contratti collettivi. Le attività formative dovranno rispondere a standard

minimi di qualità e assicurare il controllo del raggiungimento degli obiettivi di crescita

professionale dei partecipanti e di miglioramento dei servizi resi dalle pubbliche

amministrazioni ai cittadini.

La formazione, infatti, dovrà essere sviluppata attraverso un sistema di governo, di

monitoraggio e controllo che consenta di valutarne l'efficacia e la qualità.

3. LA FORMAZIONE PER LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

I cambiamenti in atto nelle pubbliche amministrazioni richiedono la presenza di personale

qualificato e aggiornato; da un lato per garantire l'effettività delle riforme normative, dall'altro

per intervenire su eventuali meccanismi di esclusione e demotivazione che possono derivare dai

processi di innovazione.

Per questo è necessario istituire, se assenti, strutture dedicate alla formazione e alla

valorizzazione delle risorse umane, che assicurino la pianificazione e la programmazione delle

attività formative: non solo per aumentare il rapporto percentuale tra spesa per la formazione e

monte retributivo, ma anche il numero di destinatari e le ore di didattica. Da questo punto di

vista, l'impiego delle metodologie di formazione a distanza potrà consentire di ampliare il

numero dei destinatari e realizzare una formazione continua che garantisca livelli minimi

comuni di conoscenze.

Poiché la formazione costituisce un processo complesso, che ha come fine la

valorizzazione del personale e il miglioramento dei servizi pubblici, l'impegno delle

amministrazioni nella gestione della formazione dovrà essere particolarmente attento alla qualità

e all'efficacia.

La formazione ha di fronte tre sfide importanti:

I.          la domanda di nuove competenze, che scaturisce dalla modernizzazione delle pubbliche

amministrazioni e dalle esigenze provenienti dalle imprese e dai cittadini, e la necessità

di meglio qualificare i profili attualmente esistenti. Un'analisi aggiornata dei profili

professionali mancanti dovrà costituire la base dei programmi di formazione e di

riqualificazione del personale delle singole amministrazioni;

II.        l'informatizzazione nella pubblica amministrazione e la conseguente riorganizzazione

delle amministrazioni, nell'ottica di una maggiore trasparenza e di una migliore

organizzazione del lavoro;

III.       il processo di riforma della dirigenza, accompagnato da un sistema dinamico e pluralista

di offerta di alta formazione continua, affinché si possa realizzare una integrazione con

il modello manageriale degli altri settori della società e con la dirigenza degli altri Paesi

europei.

La riqualificazione del personale, prevista dai contratti collettivi dei diversi comparti, deve

essere condotta alla luce degli obiettivi di questa direttiva e, quindi, all'insegna dell'efficienza e

dell'efficacia, con la consapevolezza che la formazione deve essere considerata come un vero e

proprio investimento di risorse e come tale gestita con attenzione e responsabilità in tutte le sue

fasi.

  1. RESPONSABILITA' DELLA GESTIONE

Tutti i dirigenti sono responsabili della gestione del personale, e quindi della formazione

delle risorse umane. Ai titolari degli uffici del personale, dell'organizzazione e della formazione

spetta il compito di svolgere le azioni tecniche che caratterizzano l'intero processo formativo,

con particolare riguardo alle fasi di programmazione e di valutazione dell'impatto della

formazione sulle competenze del personale e sulle prestazioni rese.

I responsabili delle funzioni di valutazione previste dal decreto legislativo 30 luglio 1999,

n. 286, debbono tenere conto dell'applicazione della presente direttiva in relazione ai controlli

sulla gestione e sulle prestazioni del personale dirigenziale, nonché sui comportamenti relativi

allo sviluppo delle risorse professionali e umane ad esso assegnate.

Gli obiettivi di questa direttiva potranno essere raggiunti solo attraverso un

coinvolgimento di tutti i soggetti e, in particolar modo, dei dirigenti responsabili delle risorse

umane e delle attività di formazione.

  1. PRINCIPI GUIDA PER LA QUALITA'

La formazione costituisce un processo articolato, costituito da più fasi, che richiede il

supporto e il monitoraggio delle amministrazioni committenti per tutta la sua durata.

Si invitano, pertanto, le amministrazioni a prendere in considerazione, anche attraverso

l'eventuale supporto di strutture esterne pubbliche e private, le fasi in cui si articola il processo e

i principi e le indicazioni in esse contenuti:

a) Individuazione dei destinatari della formazione e delle loro esigenze

La responsabilità delle amministrazioni nella formazione del personale emerge in modo

chiaro già nella fase dell'individuazione dei destinatari dei programmi di formazione.

Tale attività richiede:

- una banca dati del personale contenente informazioni sui titoli di studio, le esperienze

lavorative interne ed esterne e i precedenti percorsi formativi;

- il quadro aggiornato delle risorse umane con le previsioni dei flussi del turn-over, in

base alla "programmazione delle assunzioni";

- il quadro delle missioni e dei compiti già attribuiti e in via di attribuzione ai vari uffici;

- la conoscenza del proprio personale, delle relative esigenze ed aspettative di carriera,

anche attraverso l'utilizzo delle tecniche del "bilancio delle competenze";

- la considerazione delle esigenze familiari o personali, al fine di garantire le pari

opportunità, individuando i percorsi e le metodologie formative più appropriate.

L'insieme di tali informazioni va raccolto e organizzato in apposite banche dati, anche

per evitare di destinare ad attività formative personale non interessato, non impiegabile a

copertura dei nuovi compiti degli uffici e non dotato di professionalità adeguata per livello o

settore. Un primo impiego ottimale delle risorse finanziarie e umane richiede un'attenta

individuazione dei destinatari della formazione, tenendo conto che quando calcoliamo il costo

per la formazione dobbiamo considerare anche il costo per la eventuale mancata prestazione

presso la propria amministrazione.

La qualità della formazione, intesa anche come adeguatezza ai bisogni dei singoli oltre

che delle amministrazioni, è importante soprattutto per gli effetti rilevanti che può avere sulla

motivazione del personale.

b) Individuazione del fabbisogno formativo

Una corretta analisi serve a definire gli obiettivi della formazione. L'analisi deve essere

condotta partendo dai fabbisogni individuali e dai ruoli e dai bisogni organizzativi, alla luce

delle norme che attribuiscono nuovi compiti, e tenendo conto dell'attività di programmazione

delle assunzioni e di quanto previsto dai contratti e dagli accordi sindacali.

In questa fase, inoltre, va considerata la Direttiva generale per l'attività amministrativa e

per la gestione, in relazione agli aspetti riguardanti gli obiettivi delle singole strutture e degli

uffici ed alla copertura formativa necessaria per il loro raggiungimento.

L'analisi dei bisogni formativi va effettuata costantemente, in concomitanza con l'attività

annuale di programmazione dell'attività amministrativa.

c) Progettazione della formazione

La fase della progettazione della formazione richiede il possesso e l'utilizzo di tutte le

informazioni necessarie sul personale, sui mutamenti organizzativi e normativi e sull'offerta

presente sul mercato della formazione. La raccolta dei dati rende necessaria la consultazione e il

coinvolgimento del personale e, quindi, la valutazione delle esperienze formative precedenti e

dei bisogni individuati.

La progettazione dovrà considerare diversi elementi, tra i quali:

- gli obiettivi dell'azione formativa;

- le caratteristiche dell'organizzazione;

- le risorse finanziarie;

- il numero e le aree professionali del personale coinvolto;

- i programmi didattici;

- le metodologie da adottare;

- il piano di qualità;

- i sistemi di verifica e valutazione individuale;

- i sistemi di valutazione del programma (in itinere ed ex post).

Il progetto didattico dovrà essere concentrato sui fabbisogni specifici delle

amministrazioni e dovrà corrispondere alle esigenze sia dell'organizzazione sia del personale.

In considerazione, poi, dei processi di mobilità professionale che investono tutte le

pubbliche amministrazioni e che possono costituire occasioni positive di scambi ed apporti di

esperienze fra le amministrazioni stesse, la progettazione dovrà proporsi la trasparenza anche in

funzione della trasferibilità degli obiettivi formativi perseguiti e raggiunti, oltre che della loro

capitalizzazione quale "credito" formativo individuale.

d) Formulazione della domanda formativa

La corretta formulazione della domanda richiede sia il rispetto della normativa (tenendo

conto delle norme generali per gli appalti di servizi, con particolare riferimento alla normativa

comunitaria) sia la conoscenza del mercato e delle caratteristiche tecniche della formazione, con

particolare attenzione ai requisiti dei soggetti che operano nel campo della formazione, alle

dotazioni tecnologiche e alle metodologie formative da impiegare.

La predisposizione dei bandi e dei capitolati tecnici va effettuata, quindi, alla luce della

normativa, ma anche delle caratteristiche tecniche dell'offerta formativa, in continua e veloce

evoluzione.

e) La qualità della formazione: i soggetti e i servizi

Tra i fattori di qualità dei soggetti erogatori vi è l'esperienza specifica sui servizi richiesti,

coniugata con una forte capacità di proiezione innovativa di dimensione internazionale.

Nel merito, è importante distinguere tra le attività di formazione e quelle di consulenza e

assistenza per meglio verificare l'esperienza specifica del soggetto sulla formazione richiesta

(per metodologia, per destinatari, per settore o altro).

I fattori da tenere in considerazione sono: le competenze interdisciplinari dei formatori, le

metodologie impiegate (che possono variare, anche integrandosi, tra aula, campo, stage,

laboratorio, studio di casi, formazione a distanza ed altro, comunque idonei a porre in essere un

coinvolgimento interattivo del destinatario della formazione), i sistemi di qualità adottati, le

attrezzature, la presenza sul territorio.

La qualità delle attività formative riguarda i contenuti, il grado di corrispondenza del

progetto e delle azioni ai bisogni del personale, infine gli aspetti operativi. Le capacità operative

e gestionali delle attività vanno monitorate durante l'erogazione del servizio secondo i princìpi

dell'efficienza e dell'efficacia. Rientrano in tale ambito, ad esempio, l'adeguatezza degli

strumenti di formazione alle attività offerte ed i sistemi di controllo della qualità durante i

percorsi formativi.

Il monitoraggio del processo formativo richiede, innanzitutto, l'individuazione di alcuni

parametri che le amministrazioni devono indicare in ogni programma. I parametri vanno

individuati in base alle caratteristiche e alle dimensioni delle attività, utilizzando anche quanto

previsto dalle norme sull'accreditamento e dalla normativa sul Fondo sociale europeo. Inoltre, i

piani di formazione dovranno prevedere sistemi di auditing e di verifica in grado di aggiornare e

modificare gli indicatori di valutazione.

f) Gli utenti della formazione e la valutazione

L'attività formativa deve risultare utile e, quindi, pertinente per le tre categorie di utenti,

diretti, indiretti e finali: i partecipanti ai corsi, le amministrazioni e i cittadini.

Per misurare l'efficacia dei risultati dell'azione formativa intrapresa, pertanto, occorre

tenere ben presenti le valutazioni espresse dai partecipanti alle attività formative, quelle dei

dirigenti delle amministrazioni e, infine, le valutazioni espresse dai cittadini che usufruiscono

dei servizi delle pubbliche amministrazioni. Sono i cittadini che debbono poter riscontrare un

miglioramento continuo delle prestazioni ad essi rese.

In particolare, i dirigenti dovranno attivarsi, ove possibile con il supporto dei propri uffici

o rivolgendosi a soggetti esterni, per valutare il "cambiamento" prodotto dalla formazione: in

termini di crescita professionale individuale, impatto organizzativo e miglioramento della

qualità dei servizi; nell'attività di valutazione possono fare riferimento agli indicatori previsti

dalla Direttiva generale per l'attività amministrativa e per la gestione.

La valutazione dei singoli partecipanti non deve basarsi soltanto sul gradimento, ma sul

grado di apprendimento, le capacità e i risultati dei singoli: l'obiettivo, infatti, è la misurazione

del cambiamento apportato dalle attività formative. Le modalità di verifica non debbono

esaurirsi nella attribuzione di un voto o di un punteggio, ma possono rispondere anche ad una

logica binaria di certificazione di risultato positivo o negativo dell'attività di formazione. I

risultati della valutazione dovranno confluire in una banca dati per essere rielaborati, e poter

così avviare un nuovo ciclo di programmazione delle attività formative.

Il monitoraggio e la valutazione possono essere svolti da sistemi di auditing interni.

Qualora all'interno non siano disponibili adeguate risorse, e nei casi in cui i piani di formazione

interessino numerose unità di personale, monitoraggio e valutazione possono essere affidate a

società esterne selezionate per svolgere tale attività.

g) Alcuni strumenti

Le informazioni sulla qualità dei soggetti e dei servizi di formazione da questi forniti

possono essere raccolte attraverso i seguenti strumenti di gestione e raccolta dati da attivare in

ogni amministrazione, anche nell'ambito dei sistemi informativi del personale esistenti:

- banca dati sulle esperienze formative della propria amministrazione: primo strumento

per verificare la qualità dei soggetti e delle attività proposte, utilizzando i dati sulla

qualità e sulla soddisfazione dei precedenti rapporti;

- short list, che comprenda le istituzioni di formazione precedentemente selezionate, in

base a criteri di qualità definiti dall'amministrazione, o accreditate. L'accreditamento è

la procedura con cui ciascuna amministrazione pubblica riconosce ad un organismo la

possibilità di proporre e realizzare interventi di formazione-orientamento finanziati con

risorse pubbliche. Esso prevede l'istituzione di commissioni di valutazione che

effettuano una selezione in base a norme o a bandi. Gli accreditamenti si distinguono

per l'estensione territoriale di riferimento e per tipologia di servizio. L'utilizzo di

questo strumento è previsto, inoltre, nell'ambito della formazione continua, dal decreto

del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 25 maggio 2001, n. 166;

- certificazione di qualità: rilasciata da istituti di certificazione in base alle normative di

settore.

Riferimenti tecnici e operativi dedicati alle fasi del processo dell'attività di formazione

saranno indicati e contenuti in una guida operativa, che verrà prossimamente emanata dal

Dipartimento della Funzione Pubblica.

Per lo svolgimento delle funzioni e delle azioni indicate, le amministrazioni dovranno

costituire apposite strutture interne, adeguando le competenze degli uffici del personale, o

potranno ricorrere, per le azioni tecniche, a soggetti esterni pubblici e privati.

6. LE NUOVE METODOLOGIE

I mutamenti organizzativi in atto, l'introduzione di nuove tecnologie, l'esistenza di una

rete nazionale e il diffondersi del telelavoro debbono portare a ripensare i luoghi e le tecniche

della formazione. La progettazione delle attività formative, quindi, dovrà considerare anche le

diverse metodologie di formazione a distanza (videoconferenza, e-learning) che permettono di

assicurare l'efficienza e l'efficacia della formazione. L'adozione di tali tecnologie comporta

notevoli investimenti iniziali e, al pari di altri progetti di automazione, richiede un'attenta

pianificazione, soprattutto al fine di tenere conto degli obiettivi della formazione, dei destinatari

e dell'integrazione con le tradizionali metodologie d'aula. I programmi di formazione a distanza,

inoltre, dovranno prevedere una organizzazione modulare e una gestione flessibile, affinché

possano venire incontro alle esigenze formative individuali.

In tale ambito, il Dipartimento della Funzione Pubblica fornirà indirizzi e linee guida, di

concerto con il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie.

7. RUOLO DEL DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA E DELLE

STRUTTURE DI FORMAZIONE DELLE AMMINISTRAZIONI

Alla luce della presente direttiva, alle Scuole della Pubblica Amministrazione è assegnato

il compito di aggiornare i programmi dei corsi di formazione rivolti al personale dirigenziale

nell'ambito della gestione delle risorse umane.

All'Osservatorio dei bisogni formativi, istituito presso la Scuola Superiore della Pubblica

Amministrazione (decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 287), è assegnato il compito di

monitorare bisogni, qualità ed efficacia dell'attività formativa; anche per fornire gli indirizzi

utili per predisporre i progetti e, quindi, supportare le amministrazioni centrali dello Stato

nell'attuazione di questa direttiva.

L'Ufficio per la formazione del personale delle pubbliche amministrazioni, istituito

presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, svolgerà, in collaborazione con il Dipartimento

per l'Innovazione e le Tecnologie - limitatamente ai settori di competenza di quest'ultimo -

funzioni di indirizzo e coordinamento in collaborazione con le Scuole della Pubblica

Amministrazione e promuoverà anche iniziative di accompagnamento e formazione per

garantire l'attuazione di questa direttiva, in particolare attraverso il coordinamento di "piani di

formazione" per il personale degli uffici competenti delle diverse amministrazioni.

8. IL RUOLO DEGLI UFFICI DEL PERSONALE, DELL'ORGANIZZAZIONE E

DELLA FORMAZIONE

Le amministrazioni, nell'ambito della propria autonomia, dovranno attivare sistemi

interni di governo della formazione, prevedendo il rafforzamento o, dove mancante, l'istituzione

delle strutture preposte alla programmazione e alla gestione delle attività formative, dotate di

personale adeguatamente preparato.

A queste strutture spetta il compito di realizzare i piani annuali e pluriennali di

formazione, in aderenza alla programmazione delle assunzioni. Tale compito rientra

nell'obbligo generale di programmazione e gestione di tutte le risorse, alla luce delle strategie di

riforma e delle richieste provenienti da cittadini e imprese. Per questo, la Direttiva generale per

l'attività amministrativa e per la gestione dovrà costituire il punto di riferimento per

l'identificazione degli obiettivi e la programmazione delle attività formative.

La programmazione delle attività formative diventa, quindi, uno dei compiti delle

strutture interne delle amministrazioni e uno dei principi guida per il coordinamento e la

gestione della formazione.

9. PROGRAMMAZIONE DELLA FORMAZIONE

Il Dipartimento della Funzione Pubblica, sentite la Conferenza dei Presidenti delle

Regioni, le Associazioni rappresentanti degli enti locali e le Organizzazioni sindacali, emanerà

un atto di indirizzo annuale sulla formazione. Il documento conterrà le linee di azione e i

programmi strategici nazionali necessari per garantire l'innovazione e la coesione nel processo

di riforma della pubblica amministrazione e le eventuali forme di collaborazione e cooperazione

con altri soggetti pubblici e privati.

Le singole amministrazioni predisporranno, entro il 31 marzo di ciascun anno, un piano di

formazione del personale, tenendo conto: dei fabbisogni rilevati, delle competenze necessarie in

relazione agli obiettivi e ai nuovi compiti, della programmazione delle assunzioni e delle

innovazioni normative e tecnologiche introdotte. Il piano di formazione dovrà indicare gli

obiettivi e le risorse finanziarie necessarie; prevedere l'impiego delle risorse interne e di quelle

comunitarie; le metodologie formative da adottare in riferimento ai diversi destinatari,

prevedendo anche attività di formazione interne, gestite in forma diretta, individuando quindi

dirigenti e funzionari da coinvolgere in tali attività.

Il piano di formazione delle amministrazioni centrali dello Stato anche ad ordinamento

autonomo dovrà essere inviato all'Osservatorio (punto 7). L'elaborazione del piano annuale

dovrà tenere conto di quanto previsto dal Documento di programmazione economico-finanziaria

e dalla Direttiva generale per l'attività amministrativa e per la gestione.

Per assicurare un'efficace gestione delle politiche della formazione e stabilire standard

minimi di qualità, verrà istituita, presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, entro il 31

gennaio 2002, una struttura di coordinamento. Ne faranno parte rappresentanti delle Scuole

della Pubblica Amministrazione, delle regioni e degli enti locali, delle università, di centri di

alta formazione pubblici e privati, delle forze sociali e del Dipartimento per l'Innovazione e le

Tecnologie.

10. INDIRIZZI

La formazione dovrà accompagnare la realizzazione delle riforme dell'amministrazione e,

in particolare, supportare i seguenti processi e necessità:

- il riordino dei Ministeri, anche alla luce del decentramento delle funzioni delle

amministrazioni centrali, del ridisegno dei compiti istituzionali e dell'attuazione del

principio di sussidiarietà orizzontale;

- la semplificazione amministrativa e l'analisi di impatto della regolamentazione;

- il rafforzamento dei sistemi di controllo interni, di valutazione del personale e il

consolidamento dei principi della responsabilità;

- le competenze necessarie per la gestione delle risorse umane in termini manageriali e

non solo giuridico - formali e contabili;

- il rafforzamento della formazione statistica;

- le nuove figure professionali necessarie nelle pubbliche amministrazioni con

particolare riferimento alla comunicazione pubblica ed alle relazioni con i cittadini;

- la realizzazione di quanto previsto dal piano per l'e-government e dai programmi sulla

società dell'informazione;

- lo sviluppo di una formazione a carattere europeo ed internazionale;

- i programmi regionali e nazionali cofinanziati da fondi comunitari;

- l'attuazione della normativa sulla comunicazione istituzionale.

I diversi livelli di governo potranno prevedere programmi e indirizzi generali legati ai

relativi processi di riordino.

11. FORMAZIONE INTERNAZIONALE

L'integrazione delle economie dei diversi Paesi, il rafforzamento della coesione europea e

il rapporto costante tra le amministrazioni europee e gli organismi internazionali richiedono una

formazione permanente sui temi internazionali, sulle istituzioni e sulle politiche europee.

La rapida diffusione degli scambi di esperienze tra i paesi europei, la domanda di una più

frequente mobilità dei funzionari e dei dirigenti tra le amministrazioni italiane e straniere,

richiedono che una sempre maggiore attenzione venga dedicata alla formazione internazionale.

Formazione adeguata a diversi livelli di qualificazione, non solo del personale

specializzato nel settore internazionale, ma del maggior numero di dipendenti attualmente in

servizio, per poter realizzare una piena e consapevole integrazione dei processi decisionali e

amministrativi comunitari.

La formazione internazionale assume maggiore rilevanza soprattutto in un quadro

amministrativo che preveda, in maniera crescente, la mobilità dei funzionari e dei dirigenti

anche nell'ambito degli organismi internazionali.

Le attività formative dovranno svolgersi in collaborazione con istituti degli altri Paesi

membri della comunità e con le altre strutture formative internazionali. In vista del semestre di

presidenza italiana dell'Unione europea, le amministrazioni individueranno il personale da

coinvolgere nelle attività formative necessarie, predisposte dalle Scuole della Pubblica

Amministrazione.

12. DIRIGENZA

Il processo di riforma dello Stato deve essere sostenuto da una dirigenza in grado di

esprimere qualità manageriali di eccellenza, con una forte cultura del risultato e della

responsabilità, capace di organizzare mezzi e risorse per il raggiungimento degli obiettivi

istituzionali, fra tutti quello di offrire ai cittadini servizi di elevato livello qualitativo. La

formazione, dunque, dovrà diventare una dimensione permanente della vita professionale dei

dirigenti, garantendo ad essi qualità, innovazione e flessibilità nella scelta dei soggetti e delle

metodologie, attraverso il ricorso a strutture di alta formazione.

Le strutture per la formazione continua dei dirigenti - pubbliche e private, di livello

nazionale ed internazionale - dovranno garantire un elevato livello di prestazioni, utilizzando

nuove metodologie, quali la formazione a distanza e l'autoformazione. Le attività formative

fruite dai dirigenti delle amministrazioni centrali dello Stato verranno inserite nella banca dati

del Ruolo Unico, di cui all'art. 23 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

13. UNIVERSITA'

Come indicato nel decreto ministeriale 3 novembre 1999, n. 509, verrà stabilita una

collaborazione permanente con le università e con istituti di alta formazione privati

preventivamente selezionati, al fine di monitorare i corsi attivati e destinati all'ingresso nelle

pubbliche amministrazioni. Questa collaborazione si esplicherà in sede di tavoli di

presentazione dei programmi, come previsto dal citato decreto, e in modo permanente attraverso

una conferenza per l'analisi dei corsi, la collaborazione sulla ricerca e l'innovazione e la

predisposizione di stage.

14. RISORSE

I risparmi derivanti dai processi di riorganizzazione e di esternalizzazione potranno

essere utilizzati per riqualificare il personale sui nuovi processi di lavoro. I fondi comunitari

previsti dalla programmazione 2000-2006, nel rispetto delle specificità indicate nei diversi

documenti di programmazione comunitaria, dovranno concorrere, con i fondi nazionali e

regionali, ad assicurare il raggiungimento degli obiettivi della presente direttiva.

15. STRUMENTI

Per supportare l'attività di programmazione delle politiche per la formazione, presso la

Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione verrà costituita una banca dati, relativa alle

esperienze formative delle amministrazioni centrali dello Stato e tramite accordi delle altre

amministrazioni pubbliche, alla quale potranno fare riferimento le strutture addette alla

formazione del personale.

Ad una "Conferenza nazionale sulla formazione e la gestione delle risorse umane", da

realizzare prossimamente, in raccordo con le regioni, gli enti locali e le organizzazioni sindacali

e con la partecipazione di strutture di alta formazione, verrà assegnato il compito di affrontare le

tematiche relative alle politiche sul personale, verificando e confrontando i sistemi di

programmazione e di valutazione della formazione.

Si invitano i destinatari in indirizzo a dare massima diffusione alla presente direttiva.

Roma, 13 dicembre 2001

IL MINISTRO PER LA FUNZIONE PUBBLICA

E PER IL COORDINAMENTO DEI SERVIZI

DI INFORMAZIONE E SICUREZZA